amministrazioni pubbliche

Fatturazione Elettronica nella PA, da febbraio si parte davvero

A breve sarà messo a disposizione delle amministrazioni generali il sistema di ragioneria generale dello stato. Il coordinamento delle operazioni fra i vari uffici pubblici locali e centrali è stato affidato all’Agenzia per l’Italia digitale

Pubblicato il 16 Gen 2014

Redazione TechCompany360

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A febbraio si parte davvero con la fatturazione elettronica, con le prime Pubbliche Amministrazioni che l’accetteranno a tutti gli effetti, dopo le sperimentazioni delle settimane precedenti.

Solo a febbraio, infatti, sarà disponibile alle amministrazioni centrali il sistema della ragioneria generale dello stato (parte del Ministero dell’Economia e della Finanze). Lo riferiscono, al nostro sito, fonti dei gruppi di lavoro nella presidenza del Consiglio, che sono all’opera per rendere realtà la fatturazione elettronica.

Ci sono già tutte le norme, per abilitare la fatturazione elettronica nelle amministrazioni centrali (i ministeri, le agenzie fiscali e gli enti previdenziali nazionali). È previsto quindi che queste siano obbligate ad accettare solo fatture di tipo elettronico dai propri fornitori, da giugno 2014.


Il ruolo dello SDI
È anche già attiva da tempo l’infrastruttura preposta: si chiama “SDI-Sistema di Interscambio della Fatturazione Elettronica PA”. Qui arriveranno le fatture elettroniche di tutti i fornitori della Pa, primo passo di un processo che finisce con il pagamento.

A questo scopo, lo Sdi deve mandare la fattura alla casella di posta del cliente (la Pa), che poi la inoltra al sistema contabile della ragioneria. Quest’ultima emette il mandato di pagamento, inviato alla Banca d’Italia, che quindi lo compie a favore della banca del fornitore.

Il tassello mancante che si sblocca a febbraio è il collegamento tra le PA centrali e il sistema unitario della ragioneria. Serve insomma che lo SDI venga integrato con il servizio di contabilizzazione unitaria. Dovrebbe essere un passaggio tecnico facile da attuare, visto che sarà tutto interno al Mef, a quanto riferiscono dalla presidenza del Consiglio. A quel punto ci saranno le prime amministrazioni che accetteranno le fatture elettroniche, in anticipo sulla scadenza di giugno.


I prossimi passi fra decreti e procedure
Allo stesso modo non sono previsti intoppi per un altro tassello previsto su questo percorso: il decreto attuativo (del Ministero dell’economia e delle finanze) che estenderà l’obbligo anche alle PA locali. «È ora in bozza e sarà emanato a giorni, contenendo la data in cui scatterà quest’obbligo: da giugno 2015 », spiega Anna Pia Sassano, capo Settore Processi e Sistemi ICT presso l’Agenzia delle Entrate e incaricata dei piani di lavoro sull’Anagrafe e sulla fatturazione, presso la Presidenza del consiglio.

In parallelo, il lavoro è anche quello di accompagnare le PA centrali verso la scadenza di giugno 2014.

L’Agenzia per l’Italia digitale (presso la presidenza del Consiglio) ha assunto il piano per il coordinamento delle PA. Si è messa in contatto con quelle centrali e nella prima fase le guiderà in un percorso con varie fasi.

Nella prima, tutte dovranno indicare gli uffici a cui sarà destinata la fattura elettronica per le imprese. Ogni ufficio avrà un codice fattura, iscritto in un indice gestito dall’Agenzia per l’Italia Digitale e registrato presso lo Sdi. Sarà l’anagrafe della fatturazione. Una sorta di indirizzario che Sdi consulterà per recapitare ciascuna fattura alla relativa Pa destinataria.

Le PA dovranno poi comunicare ai propri fornitori questi codici di ufficio da utilizzare per diversi tipi di fatture.

Nella terza fase dovranno adeguare i propri sistemi a ricevere le fatture elettroniche in automatico. È sufficiente al minimo un indirizzo PEC, già obbligatorio per legge, e un servizio di conservazione delle fatture elettroniche. Poi potranno partire. Da quel momento in poi, fatti salvi tre mesi per pagare le fatture analogiche ancora in circolazione, possono pagare solo quelle elettroniche. Il successo di questa roadmap vale 1 miliardo di euro l’anno.

A tanto ammontano i risparmi che l’Italia può ottenere passando alla fatturazione elettronica, secondo l’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano. Non solo: può migliorare così anche il tracciamento della spesa pubblica e la sua capacità di analizzarne il dettaglio.

«Grazie alla fatturazione elettronica, ogni futura spending review sarà fatta non più con tagli lineari ma con tagli chirurgici. Laddove davvero ci sono sprechi», ha detto Francesco Caio, il commissario all’Agenda digitale presso la Presidenza del Consiglio.

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