Terremoto

Big Data, IoT, sensori e Mobile per la prevenzione antisismica e per l’assistenza



L’innovazione digitale può e deve contribuire alla riduzione dei rischi dei terremoti, per la prevenzione e per gestire le conseguenze. Start up e imprese tradizionali impegnate nella ricerca, nella gestione di servizi sia per il monitoraggio dell’ambiente sia per il supporto nei soccorsi

Gianluigi Torchiani

Pubblicato il 26 Ago 2016


La prevenzione antisismica è prima di tutto figlia del fatto di disporre di dati e informazioni precise e con un tempifica tale da permette di prendere provvedimenti adeguati a ridurre le conseguenze. In questo senso il digitale può rappresentare una soluzione per indagare meglio il territorio, per monitorarlo costantemente e per disporre di flussi continui di dati in grado di rappresentare con il massimo livello di precisione anche i segnali più deboli e più lontani di un possibile sisma. Il digitale poi può permettere di gestire fonti diversissime di dati dall’alto o dal basso, dallo spazio o dai droni, dalla sensoristica territoriale a quella che è in grado di monitorare i segnali di fenomeni che possono trasformarsi in tragedie anche attraverso gli accelerometri dei nostri smartphone.

Ma il digitale, unitamente al lavoro sui materiali e sugli edifici, può rappresentare un aiuto anche quando terremoti terribili come quelli che hanno colpito il nostro paese nella notte fra il 23 e il 24 agosto con epicentro in provincia di Rieti. In chiave di prevenzione le riprese dall’alto sono già oggi in grado di fornire dati e informazioni preziose a livello di analisi del territorio a tutti i livelli, dalle riprese da satellite, da elicottero o aereo e più recentemente e con un maggiore livello di accessibilità anche in termini di costi, anche con riprese basate su UAV (Unmanned Aerial Vehicle).

Un esempio in questo senso è rappresentato dall’esperimento di un gruppo di studio italo inglese che in territorio islandese aveva sviluppato una ricerca basata su riprese aree a bassa quota e ad alta definizione con droni in grado di fornire dati a una applicazione di realtà virtuale. Questa applicazione era in grado di simulare con estrema precisione la morfologia del territorio recuperando informazioni preziosissime sugli eventi che avevano storicamente colpito il territorio e sui fattori di rischio legati ad eventi sismici. L’esperimento prevedeva non solo lo sviluppo di una soluzione di realtà virtuale ma anche la gestione di analytics applicati ai dati territoriali.

StartUp attive per la sicurezza delle infrastrutture

Un altro esempio è rappresentato, come segnalato da EconomyUP dalla soluzione Internet of Things sviluppata dalla torinese SysDev, incubata presso l’incubatore del Politecnico di Torino I3P, che permette il monitoraggio strutturale e ambientale degli edifici, delle infrastrutture, come ad esempio, stazioni, ponti, gallerie allo scopo di migliorare il controllo del territorio e la sua resilienza nell’eventualità di terremoti o altri eventi drammatici come possono essere anche attentati terroristici. SysDev ha lavorato sulla sensoristica integrata nei materiali edili e negli edifici, sensori che sono in grado di percepire la vibrazione delle strutture a cui sono applicati per trasmetterle ed elaborarle in realtime individuando nel più breve tempo possibile tutte le possibili criticità per garantire un controllo capillare e costante.

Sensori per le onde sismiche

Sempre basata sull’IoT la soluzione realizzata da I.Co che, come segnalato sempre in un servizio di EconomyUP, ha realizzato un allarme antisismico che raccoglie dati sulle onde sismiche primarie vale a dire proprio quelle che anticipano le onde sismiche secondarie ovvero il terremoto vero e proprio. Dati che permettono di guadagnare il tempo necessario per prepararsi a questa eventualità con una margine di tempo che permetta di prepararsi. L’IoT in questo caso è declinato nel contesto di una soluzione denominata SismAlarm e nella forma di sensori che analizzano le onde di una frequenza impossibile da percepire per un essere umano ma che precedono le onde legate alle scosse più violente. Nel momento in cui il sensore percepisce le prime onde manda segnali di allarme acustici e luminosi permettendo di guadagnare il maggior tempo possibile per riuscire a prendere provvedimenti.

Il ruolo delle Tlc

Un ruolo assolutamente fondamentale, come è evidente, nel momento in cui il disastro è avvenuto è rappresentato dai servizi di Tlc. Nel caso del terremoto nel reatino, come ha segnalato CorCom, sono subito partiti i mezzi di emergenza di Tim e Wind con gruppi elettrogeni per alimentare le centrali delle stazioni radio base non funzionanti per mancanza di energia elettrica. Accanto alle Tlc company ci sono anche istituzioni come E-Geos, la join venture tra Telespazio e Agenzia Spaziale Italiana, che è al lavoro per la produzione di mappe e dati di dettaglio delle zone colpite dal sisma, utilizzando le tecnologie aeree e satellitari. Le immagini hanno lo scopo di fornire dati e informazioni preziose per le forze impegnate nei soccorsi. Così come è impegnato il sistema Copernicus della costellazione satellitare Cosmo-SkyMed, le cui immagini sono state usate per il supporto dei soccorsi in precedenti disastri naturali,come il terremoto dell’Aquila, grazie anche al fatto che la tecnologia radar garantisce immagini anche di notte e con cielo nuvoloso. Copernicus è il programma coordinato e gestito dalla Commissione Europea per dotare l’Europa di una propria capacità di Osservazione della Terra.

Una App che sfrutta l’accelerometro dei nostri smartphone

Anche il mobile può essere un prezioso alleato nella prevenzione e nella gestione del rischio attraverso soluzioni ancora sperimentali come la creazione di una capillare rete di smartphone in tutto il mondo. Sempre EconomyUP segnala il progetto MyShake realizzato da un gruppo di ricerca dell’Università di Berkley basato su una app che grazie all’utilizzo dell’accelerometro presente negli smartphone è in grado di rilevare un evento sismico. Il vero tema è naturalmente rappresentato dalla precisione di queste rilevazioni. MyShake analizza i dati provenienti da un certo numero di accelerometri nel momento in cui vengono rilevate scosse di terremoto, attivando in automatico il Gps dello smartphone per comunicare la posizione dell’utente. L’applicazione è in grado di rilevare con precisione terremoti di magnitudo 5 e superiori. La precisione nell’analisi dei dati è legata anche al numero di download di app e dunque alla quantità di dati provenienti dal territorio, dati che vengono trasmessi al Servizio geologico statunitense (Usgs), che a sua volta provvede ad avvertire le persone con un segnale di allarme nel caso di sisma.

*articolo originariamente pubblicato sul sito Internet4Things di Digital360

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