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Goretti, G.R. Informatica: con Supertronic e Agomir raddoppio e rilancio

Per il CEO di Agomir e titolare di G.R. Informatica è arrivato il momento di fare il salto: per supportare la digitalizzazione del Paese e delle imprese servono competenze, strutture, infrastrutture e la forza economica di un’azienda in grado di accompagnare le nuove sfide dell’IT

Pubblicato il 02 Set 2020

Maria Teresa Della Mura

Mario Goretti, GR Informatica- Agomir, Iole Sala, Supertronic

È una acquisizione che nasce dalla volontà di ampliare l’offerta di servizi, aprendosi a nuovi mercati e a nuove opportunità di business.
È questo lo spirito che ha spinto la lecchese G.R. Informatica a portare all’interno della propria compagine aziendale Supertronic, realtà milanese con un giro d’affari di circa 8 milioni di euro l’anno, 40 anni di storia alle spalle e forti competenze nell’ambito dei servizi a valore per la media e grande impresa.
In virtù di questa operazione, Supertronic si affianca ad Agomir, realtà specializzata nell’ambito del software gestionale e dei sistemi, aprendo la strada a nuove sinergie soprattutto nell’ambito dei servizi di public, private e hybrid cloud e della digitalizzazione di piccole, medie e grandi dimensioni.

G.R. Informatica: quando l’informatica era una “magia”

Si tratta di una svolta importante per una realtà come G.R. Informatica che, come racconta il titolare Mario Goretti (nella foto di copertina insieme all’amministratore delegato di Supertronic Iolanda Sala), nasce nel 1981 per volontà di suo padre Lorenzo che “decise di dare seguito al suo lavoro in una grande realtà del territorio, nella quale aveva avuto la possibilità di farsi le ossa nell’IT e come responsabile dei processi gestionali, per iniziare una via imprenditoriale in autonomia”.
Era un momento di grande fermento, ricorda Goretti, nel quale in tutto il mondo nasceva un certo tipo di imprenditoria informatica.
“L’Italia non era da meno: nascevano aziende di calcolo, si parlava di prima meccanizzazione delle imprese, tant’è che la realtà costituita da mio padre non era certo la prima nel nostro territorio. All’epoca, margini e attività erano sicuramente diversi rispetto a quanto siamo abituati oggi, anche perché automazione e meccanizzazione erano considerate una sorta di “magia“, che dava benefici immediati e tangibili, se pure con costi non banali”.
La prima scelta di G.R. Informatica è stata quella di concentrarsi sulle imprese del luogo, sviluppando soluzioni gestionali. Nella prima parte della sua storia, è stata una azienda familiare a tutti gli effetti, molto radicata nell’ecosistema locale, nella quale entravano giovani sviluppatori, affascinati dalla “magia” dell’IT.
La seconda scelta è stata quella di allargare progressivamente il proprio raggio d’azione, ampliando competenze e ambiti di attività anche attraverso acquisizioni.
Centrale in questa storia è l’inizio degli Anni Duemila, quando l’allora G.R. Informatica decise di acquisire Zecca Ufficio, una realtà importante nel territorio lecchese e lombardo, con forti competenze nel mondo IBM.
“Con Zecca, G.R. Informatica cresce numericamente, arrivando a una ottantina di persone, ma soprattutto si dota di una struttura manageriale più articolata e organizzata, aprendosi a nuove opportunità di business, sia per quanto riguarda la dimensione dei clienti, sia per quanto riguarda la tipologia dei progetti”.
L’attuale assetto, che vede G.R. Informatica agire da capogruppo e Agomir muoversi sul mercato come entità operativa sul mondo dell’Information Technology, è figlia di questo progressivo percorso di crescita.

Una forte attenzione alla crescita

E Mario Goretti, che in azienda è entrato gradualmente, facendosi le ossa in realtà esterne per collaborare con diversi team interni e approdare poi alla direzione, è profondamente convinto del valore di questa strategia.
“Quando il business comincia a profumare di tranquillità è il momento di farsi qualche domanda e capire come e in quale direzione muoversi prima che sia troppo tardi. Siamo sempre stati attenti, sia a valutare acquisizioni, sia a confrontarci con mercati più grandi, non solo in Italia, anche per capire cosa facessero le realtà più strutturate della nostra. E tutto sommato, oggi mi sembra palese che ci sia tra gli operatori di questo comparto una forte attenzione alla crescita per poter affrontare nuovi mercati in modo sostenibile. Non basta focalizzarsi sulla crescita del portafoglio clienti, bisogna pensare anche a come differenziarsi in termini di competenze”.
Il timore per Goretti è la banalizzazione.
“Bisogna far capire, in primis ai clienti, che i temi infrastrutturali e architetturali sono fondamentali, sono la chiave di volta di tutti i progetti. Se si riesce a far nascere questa consapevolezza, ci si muove su un livello diverso, maggiormente orientato al servizio, nel quale le competenze vengono riconosciute e valorizzate”.
Oggi, con una evoluzione che dalla prima focalizzazione sul gestionale vede il raggio di azione di Agomir allargato non solo all’ERP, ma anche ai dati, ai processi e ad ambiti applicativi che sino qualche anno fa avevano poco a che fare con l’IT – basti pensare al mondo del manufacturing e alla sempre più stretta convergenza tra IT e OT – il tema della crescita è fondamentale per Goretti.

Uscire dal limbo: perché serve aumentare il giro d’affari

“Lo scorso mese di novembre, prima che la pandemia da COVID-19 imponesse a tutti di pensare ad altro, mi sono ritagliato una settimana da solo al Gartner Symposium di Barcellona per confrontarmi con aziende, logiche e meccanismi completamente diversi e più grandi rispetto alla nostra realtà e mi sono reso conto che il mercato italiano è costituito da una pletora di realtà che “stanno sotto i 5 milioni di euro“. Realtà relativamente piccole, che fanno il loro business con buoni risultati, seguendo un numero limitato di clienti ma con dinamiche chiare. Poi ci sono le realtà come la nostra, con un giro di affari trai 5 e i 10 milioni di euro. Agomir è arrivata ai 7 milioni. Ed è qui che scatta la riflessione. Si vorrebbe arrivare a determinate commesse, ma si è ancora troppo piccoli per poterle affrontare senza troppi rischi. Parlo da amministratore delegato di una società che ha 40 anni di bilanci in positivo, stipendi pagati e margini ragionevoli. Sono convinto che questa dimensione sia una sorta di limbo: o si torna indietro o si fa il salto”.
Il salto, che oggi per G.R. Informatica e Agomir si chiama Supertronic, è quello del raddoppio: ai 7 milioni di euro di fatturato di Agomir si aggiungono infatti gli 8 di Supertronic. Si realizza dunque un primo scatto dimensionale, che apre la strada a un ulteriore obiettivo di crescita che avvicini il gruppo ai 20-25 milioni di euro di fatturato.
“È un salto che va fatto per uscire dal limbo e provarci in modo serio e costruttivo. Del resto, siamo anche in un momento in cui l’emergenza ci ha insegnato che c’è una digitalizzazione importante da fare. C’è la necessità di dominare il dato dalla A alla Z. Ci sono complessità non da poco in campo e per risolverle servono competenze elevate e di diversa natura, dalla sicurezza ai dati, dai linguaggi di programmazione ai tool di analisi e reportistica”.

Giocare la partita dell’As-a-Service

E poi c’è la grande partita dell’As-a-Service, di cui Goretti si definisce “fan” da tempi non sospetti.
“Anni fa parlavo di Everything as a Service, della possibilità per le imprese di delegare la gestione dell’IT per potersi concentrare sul loro core business: oggi la pervasività del cloud e soprattutto tutto quanto ruota intorno all’hybrid IT, garantisce quella agilità di cui le imprese hanno bisogno”.
La crescita dimensionale per Goretti va anche di pari passo con un nuovo focus territoriale.
“È chiaro che Lecco e la Brianza non escono dal nostro raggio d’azione. Fanno parte del nostro DNA, ma sono anche una referenza del passato. Oggi guardiamo a un mondo più grande, che spazia dalle PMI alle grandi imprese fino alla Pubblica Amministrazione. È il momento di dire la nostra e su alcuni clienti lo stiamo già facendo”.
Insieme, Supertronic e Agomir, non solo esploreranno tutti gli ambiti in cui esercitare la propria sinergia e complementarietà, ma puntano ad allargare i propri orizzonti operativi.
“Prevediamo un’importante accelerazione sul fronte dell’offerta e un significativo rafforzamento della nostra posizione sul mercato, anche grazie agli oltre 70 specialisti che potremo mettere in campo”.

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