Il cambiamento pare non essere un problema per Di.Gi. International, system integrator milanese con uno storico nell’infrastruttura che via via ha arricchito il proprio focus business con altri ambiti, dalla sicurezza alla formazione, puntando dritto verso la fornitura di servizi a valore. Cambiamento come risorsa, quindi, per l’azienda che nasce nel 1980 sviluppando ERP per poi, anni dopo, non esitare ad abbracciare altri business orientandosi sul mondo mainframe, storage e Power di IBM, connotandosi sul mercato tra i system integrator italiani più dinamici in area data center.
Da qui la decisione di iniziare ad ampliare la propria offerta affrontando anche il mercato dell’IT Security, che oggi rappresenta una business unit che cuba 9,5 milioni di euro l’anno.
«Come per tutti gli ambiti tecnologici e di business che abbiamo negli anni approcciato, anche il mercato della sicurezza l’abbiamo voluto affrontare, ancora in tempi non sospetti, dal punto di vista del valore, e non come vendita di prodotti commodity – afferma Andrea Ghislandi, CEO di Di.Gi. International -. Fin da subito, infatti, ci siamo attivati con uno scouting internazionale di soluzioni non ancora presenti sul mercato italiano, ma ritenute particolarmente innovative e risultate poi opportune con l’evoluzione delle esigenze del mercato e delle normative di garanzia».
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La formazione come fonte, diretta e indiretta, di business
Un arricchimento del portfolio d’offerta tecnologico progressivo, che è andato di pari passo con la strutturazione del business di Di.Gi. International, che nel 2008 ha deciso di aggiungere alle proprie divisioni una dedicata alla formazione e alla consulenza in ambito IT. Nasce così Di.Gi. Academy, dedicata ai corsi di formazione sulle tecnologie IT, toccando anche temi di respiro consulenziale, quali l’IT governance, Business Intelligence, disaster recovery «insomma tutte quelle attività di consulenza che possono poi sfociare in progetti tecnologici, con il risultato di proporsi al mercato con due anime sinergiche ad alto valore: consulenza e tecnologica».
Di.Gi. Academy a inizio 2020 è poi uscita dal Gruppo estendendo la propria attività anche ad altri settori di formazione. Insieme, le due aziende continuano a cooperare, sia dal punto di vista commerciale sia strategico, avendo creato in partnership un portale per la governance della security.
Ristrutturazione dell’offerta infrastrutturale e acquisizione di nuove competenze
Fedele alla propria natura di scouting e in risposta alle evoluzioni nelle esigenze del mercato, anche l’offerta infrastrutturale “storica” di Di.Gi. ha avuto dei riassestamenti, aggiungendo allo storico partner IBM altri brand. Oggi la parte dedicata all’infrastruttura fattura a Di.Gi. International circa 9 milioni l’anno e comprende vendor come Huawei, al quale il system integrator si è avvicinato 7 anni fa e che sta caratterizzando molta della propria offerta hardware, affrontata inizialmente dal fronte server, per poi estendersi nel tempo anche allo storage. Da poco è stata attivata una collaborazione con Nutanix, mentre la partnership con IBM oggi è molto orientata all’offerta software.
Altra partnership di peso attivata nel frattempo è poi stata quella con Appian, sia per le soluzioni di BPM, sia per le soluzioni di low-code development, mentre ulteriori attività che Di.Gi. international ha messo a disposizione riguardano il digital marketing, con un team che lavora sul marketing digitale per i clienti attraverso la piattaforma Selligent.
Potenziamento delle competenze e del raggio d’azione grazie alle acquisizioni
«In linea con la nostra strategia di ampliamento del mercato attraverso le competenze sui servizi, abbiamo negli ultimi anni integrato all’interno della nostra struttura alcune aziende, le quali hanno portato in dote skill specifici sulle tecnologie che man mano stavano entrando nel nostro portfolio – dichiara Ghislandi -. In questa logica sta l’acquisizione, nel 2016, della Eurosel di Torino, con forti competenze in ambito Qradar di IBM. Sempre su questa linea, abbiamo poi acquisito la Brera Service, che ha portato a bordo di Di.Gi. International un team di 7 sistemisti». Un ampliamento del personale per coprire l’estensione del mercato e l’offerta di servizi professionali, il modo più veloce per acquisire competenze immediatamente operative sul mercato. Un processo che ha continuato anche lo scorso anno, che ha visto l’entrata in azienda del team italiano di Allied Telesis che nel frattempo aveva chiuso la componente servizi professionali a livello worldwide, persone che sono state immediatamente skillate sul mondo Huawei e rese operative sulla nuova offerta. «Ogni brand gestiamo deve essere accompagnato da un livello sufficientemente alto di competenze, con il massimo livello di certificazione» afferma Ghislandi.
Servizi “Easy” per i clienti midsize
Offering di servizi, consulenza e tecnologia che il system integrator, con le sue 65 persone, mette al servizio di clienti prevalentemente di livello enterprise. Per le aziende di medie dimensioni, invece, Di.Gi. International ha varato una linea apposita di servizi gestiti. I servizi “Easy” che si declinano in EasySiem, EasyClient, EasyScada, EasyMonitor, ecc. «Si tratta di una interpretazione di molti degli stessi progetti creati per il mondo enterprise ma tagliati sulle caratteristiche, esigenze e potenzialità delle aziende di medie dimensioni, dove insieme alla piattaforma viene offerto ai clienti il servizio gestito. Un progetto su cui stiamo lavorando affinchè in capo a pochi mesi possa essere gestito attraverso un SOC 24×7» conclude Ghislandi.