Organizzazione esponenziale

Business Changers pone Data Science e Blockchain per il futuro delle aziende e il rilancio dei consumi

Il CEO Pasquale Sorgentone ripercorre le tappe che hanno portato la sua azienda a focalizzarsi dalla consulenza direzionale alla data science e blockchain. Con un’etica che oggi la porta a proporre Equonomy, un sistema di anticipo liquidità e digitalizzazione delle attività in aiuto all’economia italiana

Pubblicato il 10 Giu 2020

Loris Frezzato

pasquale-sorgentone-blockchain italia

È una storia di fascinazione verso le nuove tecnologie digitali quella di Business Changers, che fin dalla sua nascita, nel 2016, ha avuto il coraggio di seguire un percorso in equilibrio tra il business e la sperimentazione, riuscendo a portare temi quali Blockchain e Data Science alla concretezza del mercato in Italia. Un percorso che ha alle spalle l’esperienza del suo fondatore, Pasquale Sorgentone, con curriculum di anni in multinazionali di consulenza e di Fintech che l’hanno portato a fondare la società che oggi conta una settantina di persone, con l’ambizione di portarle a 200 nel giro dei prossimi due anni.

Blockchain e Data Science diventano concrete anche in Italia

«Dalla business consulting che ci ha caratterizzati alla nostra nascita, man mano ci siamo spostati anche sulla system integration, portandoci a fare il passo verso lo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative e decidere di specializzarci in aree verticali – racconta Sorgentone -. In particolare su Blockchain, Data Science, Robotic Process Automation (RPA), alle quali abbiamo affiancato anche un centro di sviluppo software robotizzato (chiamato Creative Center), che lavora su Java e Python, un linguaggio, quest’ultimo, su cui stiamo investendo molto per il futuro».

Pasquale Sorgentone CEO Business Changers Blockchain Italia
Pasquale Sorgentone, CEO & Founder di Business Changers

La formazione per creare professionisti del digitale

Ambiti diversificati che hanno consentito a Business Changers un’importante crescita in breve tempo e che l’ha spinta a organizzare le proprie competenze in un centro di formazione, il Ginnasio Digitale, che ha ottenuto le certificazioni ISO e della Regione Lombardia, attraverso il quale vengono formate diverse persone che vengono poi impiegate direttamente presso Business Changers stessa o presso suoi clienti o partner. Un percorso fatto attraverso una serie di corsi, online e in aula, che la tech company indirizza a neolaureati o diplomati in materie scientifiche, e non solo, che vogliano intraprendere una carriera in ambito IT.

«La formazione rappresenta un aspetto molto importante della strategia di Business Changers – afferma Sorgentone -, per la quale abbiamo adibito un portale di e-learning attraverso il quale si può accedere a oltre 3.000 corsi, con percorsi formativi consigliati, ma con libera scelta sulla loro personalizzazione, che si affiancano a percorsi in aula, con molte certificazioni in ambito business consulting e, presto, anche in ambito Agile e su temi più tecnologici. Investiamo molto anche nella formazione “learning by doing” tramite la realizzazione di progetti interni innovativi».

Abolizione della gerarchia manageriale

L’azienda si organizza in tre diverse linee di business, la Business & IT Consulting, la System Integration le Technology Operations, ciascuna delle quali organizzata in Community. Linee di business, non business unit, dove è abolita la gerarchizzazione in livelli manageriali e dove tutti collaborano all’ideazione e realizzazione di progetti, nei quali motivazione, obiettivi e rispetto delle attitudini personali sono alla base dell’organizzazione di Business Changers.

«In Business Changers abbiamo adottato il paradigma dell’Organizzazione Esponenziale – spiega Sorgentone -, che si basa sul fatto che le aziende non sono fatte di “risorse umane”, dove il termine risorse evoca strumenti da usare per uno scopo, ma di persone, guidate da bisogni: imparare, lavorare in autonomia e avere uno scopo, che non sia solo il profitto. E lo scopo, al di là del profitto imprenditoriale, che in azienda ci siamo prefissati, è di portare il Paese Italia a riprendersi grazie alle all’ausilio delle tecnologie innovative».

Valorizzazione delle idee innovative delle Community

Il modello organizzativo, dicevamo, non è gerarchico. Ogni linea di servizio è organizzata al suo interno in Community, non divisioni, impegnate sui vari progetti, con un “primus inter pares” che ha il ruolo di coach per gli altri. All’interno di queste, chiunque abbia un’idea imprenditoriale, che sia un progetto, un software, una soluzione, può sottoporla e, nel caso poi venga realizzata e immessa sul mercato, l’ideatore partecipa al 10% degli utili, diventando così un microimprenditore, senza doversi accollare rischi e costi. Inoltre, per quanto riguarda il Creative Center (centro di sviluppo software di Next Generation), il 10% del tempo di ogni persona è lasciato libero allo sviluppo di idee proprie, di quello che si vuole. Idee che più di una volta hanno generato soluzioni entrate a far parte dell’offerta aziendale.

Blockchain, Data science e RPA si fanno strada in Italia

Nuove tecnologie, come Data Science e RPA, sono alla base di molti dei progetti che Business Changers realizza basandosi sull’Intelligenza Artificiale, soprattutto sull’AI ristretta, cui afferiscono la machine vision, il machine learning e l’RPA. Progetti che vedono la Data Science impiegata prevalentemente su progetti per l’analisi predittiva, mentre la Robot Process Automation si inserisce in progetti che prevedono la riproduzione di attività ripetitive e a basso valore aggiunto.

Altro tema su cui Business Changers si focalizza è poi, come anticipato, la Blockchain, che distingue tra private, di consorzio e pubbliche. In particolare, per quanto riguarda iniziative più spiccatamente Digital Economy (FinTech, InsureTech, Digital Payments, Cryptoasset), è nato da Business Changers uno spin off (la start up Future’s Value), dedicata unicamente a progettualità, consulenza e formazione su iniziative di tipo “next economy”.

Dalla Blockchain nasce Equonomy una soluzione pro bono per la ripresa dei consumi in Italia

Su quest’onda nasce quindi l’iniziativa Equonomy, un sistema di anticipo di liquidità, pagamento con distanziamento sociale e digitalizzazione delle attività operative, pensata per agevolare la ripresa delle attività commerciali dei tanti esercenti penalizzati dal lockdown da Coronavirus e dal rallentamento della ripresa successiva del business.

«Siamo partiti dal presupposto che gli esercenti oggi si trovano a dovere affrontare diverse, evidenti, difficoltà – spiega -. Tra tutte, le più pressanti sono mancanza di liquidità e la scarsa propensione dei clienti a spendere. Bisogna quindi trovare qualche soluzione che spinga le persone a riprendere i consumi, magari stimolandole con qualche vantaggio».

Come funziona Equonomy

Equonomy è una app che consente al consumatore di anticipare dei soldi, “tradotti” in token, da utilizzare presso un determinato esercente, per un valore d’acquisto maggiorato del 20% rispetto a quanto versato. In questo modo si va incontro alle esigenze del commerciante, che ottiene soldi in anticipo, e al consumatore, che può ottenere di più per la stessa cifra. I token vengono generati da una blockchain e utilizzati al momento del pagamento, senza quindi dovere utilizzare carte di credito o cash (consentendo il distazionamento sociale). Tra gli esercenti che partecipano alla rete, vi è poi una mutualizzazione del rischio, in modo che, se malauguratamente uno di loro dovesse fallire, i token possano essere utilizzati presso gli altri partecipanti della rete, per una totale tutela del consumatore.

A breve saranno aggiunte altre funzionalità che permetteranno un ulteriore “passo digitale” in avanti per le piccole imprese.

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