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Fintech & Insurtech, l’Italia entra nell’era della maturità: meno startup, più ricavi, AI al centro del cambiamento



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Il Fintech & Insurtech italiano chiude il 2025 in fase di consolidamento: 485 startup attive, funding in calo del 19% ma ricavi in crescita del 29% e maggiore profittabilità. L’AI diventa infrastrutturale, il settore, sempre più maturo, evolve tra normative, M&A e nuove sfide per PMI e operatori finanziari

Pubblicato il 12 dic 2025



fintech insurtech

Il 2025 segna un punto di svolta per il Fintech e l’Insurtech italiano. Secondo l’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano, il settore “vive una fase di consolidamento e maturità”. Le startup attive scendono a 485, rispetto alle 596 del 2024, complice un mix di nuove aperture, chiusure e operazioni di M&A.

Il calo nella raccolta – 202 milioni nei primi dieci mesi, -19% rispetto ai 250 milioni del 2024 – non frena però la solidità delle realtà presenti: i ricavi mediani previsti raggiungono i 700.000 euro (+29% sul 2024) e il 46% delle startup è già in break-even.


La sfida del funding e un mercato ancora “italo-centrico”

La principale criticità resta la ricerca di capitale (44%). Il mercato è polarizzato: solo il 9% cerca round oltre i 5 milioni, mentre il 63% punta a round sotto i 2 milioni per completare lo sviluppo del prodotto.

Nonostante l’ottimismo diffuso (62% a 12 mesi, 73% a tre anni), il settore resta prevalentemente domestico. Oggi solo il 32% opera in un altro Paese europeo e appena il 2% dei ricavi arriva dall’estero. Tuttavia l’internazionalizzazione è vista come un driver strategico: il 79% prevede di espandersi fuori dall’Italia.


L’intelligenza artificiale diventa infrastruttura

Nel 2025 l’AI è ormai perno centrale delle attività Fintech e Insurtech: il 51% delle startup utilizza “AI analitica”, mentre il 41% implementa “Generative AI”.

Gli operatori finanziari tradizionali mantengono però un approccio conservativo: il 93% dei progetti punta a mantenere basso il rischio e garantire un impatto minimo su organizzazione, sicurezza dei dati e struttura operativa.

“L’impatto dell’AI sarà certamente dirompente”, afferma Filippo Renga, ma oggi “prevale un approccio ancora prudente” a causa di limiti nella gestione dei dati e nella disponibilità di competenze.


La doppia rivoluzione: tecnologia e norme

Sul piano sistemico, la trasformazione è spinta da una duplice rivoluzione. Da un lato la tecnologia – soprattutto AI – come leva di ristrutturazione industriale; dall’altro la regolamentazione, con MiCAR e la nuova Digital Finance Strategy europea.

Per Marco Giorgino, “Oggi il Fintech non è più un settore a parte”, ma parte integrante del sistema finanziario. Il consolidamento attuale non rappresenta una crisi, bensì “l’affermazione di un trend strutturale”.


Gamification: mission, reward e coinvolgimento

La competizione spinge banche e assicurazioni a sperimentare nuove modalità di engagement. Crescono così le iniziative di “gamification”, che sfruttano sfide, classifiche, point e reward per orientare il comportamento dei clienti.

Il 70% dei progetti prevede mission, il 67% reward come cashback, il 58% sistemi di point. L’applicazione agli investimenti però non è priva di rischi, come la possibile “gamblification”, che può ridurre la consapevolezza dell’utente.



PMI: cosa cercano dalle banche e dalle assicurazioni

Per le PMI italiane la priorità non è la digitalizzazione, bensì la qualità del servizio: sicurezza e solidità (27%), consulenza personalizzata (26%), trasparenza (20%).

Le PMI continuano a rivolgersi soprattutto agli operatori tradizionali (81% per prestiti, 76% per polizze), pur mostrando interesse crescente verso challenger bank (40%) e assicurazioni innovative (38%), anche se l’adozione stabile è ancora limitata.


Insurtech: ricavi in forte crescita, funding in frenata

Le startup Insurtech italiane sono 78 (erano 86 nel 2024) e raccolgono 28,5 milioni (-18%). Nonostante il calo degli investimenti, i ricavi mediani crescono a 700.000 euro, più del doppio rispetto ai 320.000 dell’anno precedente.

Il 43% è già in break-even, ma il 55% segnala il funding come ostacolo principale allo scaling.


Uno sguardo al futuro

Il 2025 conferma che l’ecosistema Fintech & Insurtech sta cambiando pelle: meno startup ma più forti, più acquisizioni, più attenzione alla sostenibilità dei modelli di business, maggiore integrazione con gli incumbent.

Come sottolinea Laura Grassi, “il consolidamento premia la qualità e la focalizzazione dell’offerta”. Un settore più esigente, più regolato e sempre più guidato dai dati: pronto per la sua nuova fase evolutiva.

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