Strategie

Da TIM una piattaforma “aperta” ai diversi business

Con TIM OPEN, l’azienda punta a offrire strumenti innovativi non solo al mondo dell’IT ma anche alle banche pronte ad accogliere il paradigma dell’open banking

Pubblicato il 22 Gen 2018

Redazione TechCompany360

tim

Lanciata da poco più di un anno, TIM OPEN è la piattaforma B2B – rivolta a sviluppatori, startup e operatori IT italiani – che permette di configurare in modo semplice e rapido la propria applicazione cloud e di renderla disponibile alle imprese e ai potenziali clienti attraverso i canali di TIM, dal marketplace TIM Digital Store agli agenti di vendita presenti sul territorio. Un innovativo modello di business per facilitare l’incontro tra la domanda di applicazioni digital, di cui le aziende necessitano per il loro business, e l’offerta. TIM OPEN offre i principali strumenti per lo sviluppo software: dalle risorse infrastrutturali ad alta qualità, erogate attraverso i Data Center nazionali di TIM, alle funzionalità di gestione ordini, promozione e fatturazione.

A queste si è aggiunto recentemente il nuovo TIM OPEN API Store, un portale che mette a disposizione le API (Application Programming Interface) di servizi TIM accanto a quelle di altre aziende. Un catalogo sempre più ricco di “microservice” utilizzabili da chi sviluppa software per migliorare e rendere più efficaci le proprie applicazioni, per esempio attraverso la gestione delle credenziali di autenticazione, come le one time password, la geolocalizzazione, l’invio di SMS e l’analisi del sentiment nel mondo digital. Tra i settori che possono beneficiare di questi servizi c’è sicuramente quello bancario, in uno scenario in cui le modalità di banking sono sempre più “mobile” e “open”, anche in vista dell’entrata in vigore della nuova direttiva sui pagamenti.

«Le API rappresentano un’importante opportunità per arricchire l’offerta di strumenti rivolti alla community degli sviluppatori: proponiamo alle aziende soluzioni già disponibili in forma di “semilavorato” e che sono facilmente integrabili nei processi per i clienti finali – spiega Francesco Pagliari, Responsabile Platform & Marketplace di TIM – In ambito finance c’è forte interesse verso questi nostri servizi, già in fase di test presso un istituto di credito». In particolare, le API possono contribuire sul versante della sicurezza: ad esempio è possibile attivare una serie di meccanismi informativi volti a limitare i fenomeni di frode legati al furto di identità o a valutare meglio i fattori di rischio di una transazione quando il cliente è in mobilità, conoscendone la posizione.

Questi microservice possono essere integrati quindi nelle app di mobile banking o sui portali online. «Ma l’effetto network del modello “aperto” su cui si basa TIM OPEN è in grado di creare ulteriori opportunità. Anche le stesse banche possono esporre i loro servizi applicativi da offrire verso l’esterno tramite API: il mondo bancario può diventare quindi un partner attivo che arricchisce questo catalogo ampliando i canali distributivi dei suoi prodotti.
Così come la possibilità di generare e monetizzare nuove idee stimolando anche i giovani sviluppatori attraverso la promozione di Hackathon», aggiunge Pagliari. Il primo TIM OPEN Hackathon, svoltosi a Milano a novembre e incentrato su soluzioni per il mondo assicurativo/bancario/legale, ha visto la partecipazione di 65 sviluppatori provenienti da diversi Paesi che in 30 ore hanno ideato oltre 10 soluzioni innovative utilizzando le API presenti su TIM OPEN API Store.

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