PA digitale

Sulla piattaforma CSP CoreTech il servizio alla PA è vincente

Ottenuta la certificazione AGID, CoreTech è in grado di estendere il supporto ai propri partner alla fornitura di servizi per la PA contando su una piattaforma CSP già certificata e concentrarsi così sulle applicazioni

Pubblicato il 17 Dic 2020

Nella foto, il top management di CoreTech. Il secondo da dx è Roberto Beneduci, CEO di Coretech

I ritardi nella digitalizzazione della PA non sono necessariamente sempre e solo un problema. Dal punto di vista dei fornitori di servizi, la necessità di accelerare una trasformazione ormai indispensabile è pronta a trasformarsi in grande opportunità. A condizione però di farsi trovare pronti.

«La PA può affidare incarichi solo a cloud provider iscritti nell’elenco AGID – afferma Roberto Beneduci, CEO di CoreTech -. Sono diversi i requisiti richiesti a chiunque voglia proporre soluzioni, il quale deve, di conseguenza, essere iscritto in un apposito elenco».

Una direzione nella quale CoreTech si è mossa già da tempo. Al fianco di certificazioni come ISO 9000 e ISO 27000, è importante essere in grado di fornire indicazioni precise sull’infrastruttura; una serie di elementi tecnici da specificare in un questionario necessario per raggiungere l’iscrizione.

I servizi SaaS destinati alla PA devono, infatti, essere sviluppati e forniti secondo criteri minimi di affidabilità e sicurezza considerati necessari per i servizi digitali pubblici. Le relative specifiche sono indicate nella circolare AGID n. 3 del 9 aprile 2018.

Un problema di meno per i partner

«Noi siamo certificati come CSP – prosegue Beneduci -. Questo ci offre anche la possibilità di fornire a terzi l’infrastruttura sulla quale a loro volta possono costruire soluzioni. Inserendo il nostro nominativo come referenti per l’infrastruttura, i nostri partner hanno così un’incombenza in meno».

Oltre ad allargare il raggio d’azione della propria offerta, l’obiettivo è naturalmente offrire un servizio in più ai propri partner, con la possibilità di concentrarsi sulle funzionalità di soluzioni SaaS, limitandosi a indicare il referente per CSP, senza dover quindi dover provvedere di persona.

Uno stimolo in più quindi nel mettere a punto nuove soluzioni utili ad assecondare la diffusione del digitale all’interno della PA, alla quale si affianca un’altra opportunità dove farsi trovare preparati. «Diversi Enti pubblici utilizzano già soluzioni almeno in parte in cloud, ma su infrastrutture non certificate e ora devono muoversi alla ricerca di un’alternativa».

Per esempio, tanti sistemi di connessione Wi-Fi, conservano i dati di accesso su server remoti, non di rado anche all’estero. La necessità di una certificazione apre le porte ai clienti attualmente appoggiati a provider stranieri, non necessariamente aggiornati con la normativa o anche solo non interessati a diventarlo.

Anche perché nel pieno rispetto della tradizione, la procedura non è tra le più semplici. «Il riconoscimento è arrivato a fine novembre, ma già ad agosto avevamo avviato le pratiche».

Ora però che tutte le carte sono in regola, è arrivato il momento di trasformare l’incombenza in occasione. «Per quanto riguarda i nostri partner, l’idea è offrire loro un’opportunità in più per potersi distinguere. Ci siamo già attivati per la comunicazione e chi aveva già sviluppato una soluzione indipendente dovrà ora valutare la situazione e nel caso adeguarsi, a meno che non voglia a sua volta avventurarsi nella certificazione».

Cinque applicazioni CoreTech al servizio della PA

Sul fronte interno, già all’inizio dell’anno sono attesi i primi impatti sull’offerta CoreTech, affiancando alla certificazione della piattaforma SaaS anche le singole applicazioni. Un allargamento dell’offerta esteso a praticamente a tutte e cinque le principali: 1Backup, Mail Archive, Sygma Connect per il controllo remoto, Rocket Newsletter e Sigillo per la firma dei contratti.

«Dobbiamo ancora mettere a fuoco come procedere, per non correre il rischio di ritrovarci ingolfati con le procedure. Ogni applicazione va infatti accreditata singolarmente e partire da un solo servizio ci permetterà anche di capire meglio i tempi e le modalità migliori da seguire».

Un modo positivo di chiudere un anno a dir poco insolito, dove è importante sottolineare come comunque il mondo IT alla fine abbia bilanciato vantaggi e svantaggi del cambio di scenario. «In diversi settori la spinta alla digitalizzazione è apparsa evidente – conclude Beneduci -. Di fronte alla necessità e all’emergenza sono stati completati passaggi che altrimenti avrebbero richiesto ancora una decina di anni. Anche grazie a questo, siamo molto soddisfatti nel risultato di crescita, con attese intorno al 20%».

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