Start up e innovazione digitale non sono temi che riguardano soltanto pochi addetti ai lavori, come abbiamo visto anche dalla fioritura di numerose iniziative ad alto tasso di tecnologia che interessano il canale e la filiera IT. Un’ulteriore conferma arriva anche dalla seconda indagine nazionale realizzata da IBM Italia e Talent Garden, che ha messo in luce come nel 2015 questo argomento abbia generato circa un milione di tweet in Italia, prodotti da oltre 111mila utenti unici. Un numero a cui si è arrivati prendendo in esame le conversazioni ospitate dai nove e-magazine più rappresentativi della comunità hi-tech nazionale, tra cui EconomyUp, testata on line specializzata su questo tema facente parte dal gruppo Digital 360. Ma di quali argomenti si è twittato lo scorso anno? Ad esempio di fintech, considerato che la digital disruption si è abbattuta sul mondo dei servizi finanziari, aumentando considerevolmente le conversazioni intorno a quelle start up che si occupano di e-payment, bitcoin e tracciamento delle transazioni. Significativo anche il fenomeno big data, soprattutto per una particolarità: mentre nel 2014 se ne parlava in generale, nel 2015 è stato invece affrontato parlando di strumenti di analisi avanzati.
Al contrario il tema #open data, per esempio, è uscito dalla top ten degli argomenti più dibattuti. Molto si è parlato anche di creazione del database ufficiale delle Camere di Commercio che raccoglie le startup e le piccole aziende innovative. Infine l’Expo che non poteva non influenzare il colloquio su un social come Twitter: ecco perché i flussi di dialogo – caratterizzati dall’hashtag foodtech – si sono legati, in particolar modo, all’innovazione nel mondo del cibo e dell’intera filiera dell’agroalimentare. Resta confermato, invece, un certo divario di genere e geografico rispetto a queste tematiche. Gli uomini, infatti, restano stabilmente in maggioranza (70%) concentrando l’attenzione su argomenti tecnici e finanziari mentre le donne – il cui impegno in ambito startup risulta ovunque in crescita – dimostrano maggiore propensione verso la condivisione, la creatività e la formazione. Tra le città di appartennza primeggia nettamente Milano (29%) – che conferma così il ruolo di “città degli innovatori” -, seguita da Brescia (23%) – la provincia italiana dunque avanza – e dalla Capitale (18%). Il Mezzogiorno è rappresentato da Napoli, al 5° posto con il 3%.
«La ricerca – dichiara Enrico Cereda, amministratore delegato di IBM Italia – ci conferma il grande fermento sociale sui temi dell’innovazione e del digitale. Mi riferisco a quella parte del Paese che dimostra di avere precise competenze e che sui social dibatte, fa cultura e per questa via contamina a poco a poco l’intero tessuto. Cosa di cui c’è grande bisogno, per colmare i nostri gap e per fare sviluppo. Per questo noi restiamo al fianco delle startup italiane e di tutti coloro che hanno idee da far crescere».