Scenari

Managed Service Provider nel 2022, uno sguardo alla situazione italiana



Da un recente rapporto sullo stato degli MSP in Italia emerge il profilo di una Tech Company che sta crescendo per dimensioni, numero di dipendenti e fatturato, ma che è anche chiamata a vincere la sfida in un mercato sempre più competitivo offrendo servizi a valore che facciano leva su sicurezza e cloud

Carmelo Greco

Pubblicato il 22 Giu 2022


Oggi in Italia ci sono 2408 Managed Service Provider (MSP). È quanto riporta il sito compuBase, suddividendo grosso modo gli MSP tra Cloud Service Provider e VAS (value-added services) reseller che comunque offrono anche servizi cloud, proprio perché l’IT contemporaneo passa comunque dalla nuvola. La suddivisione di compuBase, in sostanza, fa coincidere il termine MSP non tanto con un’attività, bensì con una “qualità”, intesa come capacità che si esprime nel rivendere servizi hosted, “ospitati”. Tali servizi possono comprendere soluzioni cloud, amministrazione di rete, hosting, servizi web, SaaS e così via. L’ampia nozione di “qualità” consente di includere tutte le categorie di attività purché la commercializzazione sia gestita con soluzioni di terze parti. Sta di fatto che gli MSP ormai sono diventati partner IT sempre più diffusi tra le aziende, tanto da essere posti al centro di iniziative che provano a fare il punto sulle caratteristiche e il ruolo di questa categoria di Tech Company. In Italia una di queste iniziative è il MSP Day organizzato ogni anno da Achab, distributore italiano di software e soluzioni per fornitori di servizi IT. In occasione dell’ultima edizione, è stato presentato un report sullo stato degli MSP nel nostro paese, basato su una survey condotta tra marzo e aprile 2022 su un campione di 150 imprese. Le risposte al sondaggio contengono diversi spunti sul loro profilo, sulla tipologia di servizi gestiti e sui trend di mercato legati alle loro attività.

MSP: dimensione, clienti e modello di business

Nel 2021 il 60% dei Managed Service Provider interpellati nel report ha aumentato il fatturato e, all’interno di questa percentuale, il 54% ha registrato un incremento superiore al 10%. Dati che fanno supporre agli intervistati che il 2022 sarà un anno che chiuderà con un’ulteriore crescita. E questo nonostante la classe dimensionale degli MSP, costituiti specialmente da piccole e medie imprese, ma con una tendenza alla diminuzione delle micro aziende a favore di realtà più strutturate. Rispetto al 2021, infatti, la percentuale di aziende che fattura tra 500 mila e 1 milione di euro è passata dal 31 al 43%, così come più della metà dei rispondenti risulta avere una quota di dipendenti che varia da più di 5 a oltre 30. Notevole anche il numero dei clienti gestiti che in media supera il centinaio per quasi il 50% del campione, seguiti con contratti annuali in cui la tariffa oraria oscilla tra i 46 e i 60 euro. Tra i clienti, c’è una netta preponderanza degli studi professionali e delle industrie di produzione, seguiti dai settori della consulenza, delle costruzioni e dell’edilizia, della salute, dell’immobiliare e della pubblica amministrazione.

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Per quanto riguarda il modello di business, la ricerca vede prevalere l’erogazione di servizi IT gestiti a fronte del pagamento di un canone ricorrente (61%) contro un approccio reattivo cosiddetto break/fix (24%). Proprio per questo motivo vengono privilegiate le piattaforme RMM (Remote Monitoring and Management) al posto delle visite nelle sedi dei clienti e si registra una crescita, seppure contenuta (24%), verso l’adozione di PSA (Professional Software Automation) per la gestione del ticketing e dell’help desk in luogo delle tradizionali soluzioni dedicate o delle email standard.

I principali servizi offerti dagli MSP italiani

Il fatto che sempre più MSP utilizzino strumenti come RMM e soprattutto PSA deriva dalla circostanza che si trovano a gestire nel 46% dei casi un parco macchine con 500 o più endpoint (PC, server, mobile e stampanti). Il che rende problematica un’attività di tipo manuale e artigianale. A questo si aggiunge la centralità assunta dal presidio della sicurezza che nel 70% degli intervistati avviene ad esempio con il ricorso a software EDR (Endpont Detection and Response) che vengono preferiti ai servizi MDR (Managed Detection & Response) e ai Managed SOC (Security Operations Center) probabilmente perché entrambi presuppongono competenze e risorse verticali di cui molti MSP sono sprovvisti. Semmai, insieme a un classico servizio come quello delle caselle di posta elettronica, offerto dal 71% del campione, ne vengono associati altri come l’antispam, l’archiviazione e il backup delle email. L’86% ha nel proprio portafoglio backup e Disaster Recovery, mentre il 76% offre un servizio di sicurezza firewall che può essere il complemento dell’antivirus e che aumenta significativamente i ricavi ricorrenti. Nell’elenco dei servizi tradizionali, poi, rientrano quelli di pay-per-print, sebbene fornito soltanto dal 21% degli MSP, il VoIP (40%), la gestione delle reti con un 68% che usa software di network monitoring and management e l’IT/Vulnerability assessment. Quest’ultimo di solito non viene fatto pagare, ma la sua erogazione spesso ha lo scopo di suggerire interventi migliorativi sull’infrastruttura del cliente o di fungere da leva preliminare per la trasformazione di un prospect in cliente.

Tra sicurezza e cloud, le sfide degli MSP

Tra i nuovi servizi, infine, che una percentuale pari al 15% degli MSP ha iniziato a proporre va citato il monitoraggio del dark web alla ricerca di credenziali compromesse. In generale, il tema delle minacce informatiche muove la domanda di gran parte dei clienti degli MSP, visto che oltre il 50% è stato vittima di attacchi ransomware nel 2021 e un altro 73% ha subito phishing, spear phishing o Business Email Compromise (BEC). Non a caso tra le maggiori sfide del 2022 in relazione alla cyber security, il 67% dei Managed Service Provider rileva la mancanza di consapevolezza da parte dei clienti. Una sfida che va di pari passo con la carenza di personale tecnico preparato, con un rapporto con i vendor caratterizzato talvolta da tempi lunghi di risposta e con la difficoltà a generare lead e a differenziarsi in un mercato sempre più affollato nel quale cui i fattori costo/efficienza continuano a detenere il primato nella selezione di un MSP. A maggior ragione alla luce del suo ruolo imprescindibile in qualità di trait d’union fra hyperscaler e cliente finale. Le aziende oggi desiderano ottimizzare l’utilizzo delle loro risorse cloud e poiché i Managed Service Provider usufruiscono di volumi significativi da parte dei fornitori, dovrebbero riuscire a garantire quell’economia di scala sui consumi che le organizzazioni si aspettano da un partner IT che non si limiti appena a riparare il PC o la stampante, ma che fornisca servizi gestiti a valore aggiunto.

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