Ci sono persone che scoprono tardi la propria strada e altre che sembrano conoscerla da sempre. Lorenzo Greco, amministratore delegato di Cegeka Italia – digital player a matrice europea – appartiene senza esitazioni alla seconda categoria. “Sono fortunato – racconta – perché faccio esattamente ciò che sognavo a 13 anni: il manager. Era chiaro dentro di me, naturale, quasi inevitabile”.
Già nella prima adolescenza, vissuta negli anni ’80 “con i valori e le immagini di quell’epoca”, Greco sviluppa una genuina fascinazione per la guida e la responsabilità, ispirandosi alla figura di Cesare Romiti, allora amministratore delegato di Fiat, e alla cultura dell’intraprendenza americana tipica di quegli anni.
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Un percorso senza perdere mai la bussola
Una sicurezza di percorso che, tuttavia, per due volte è stata messa alla prova, portando Lorenzo Greco vicino a un cambio di direzione, pur mantenendo sempre una forte attitudine alla disciplina e alla responsabilità. “A un certo punto ho valutato di intraprendere la carriera nell’Arma dei Carabinieri, ma alla fine ho scelto l’università: Economia e Commercio”, spiega.

Il secondo bivio arrivò durante gli anni alla Sapienza di Roma, quando la finanza londinese attirava molti giovani brillanti della sua generazione. Fu allora che Lorenzo definì in modo irreversibile il proprio cammino: “Ho capito la differenza tra creare valore e trasferirlo. La finanza sposta ricchezza, l’impresa la genera. E io volevo generare valore. Per questo ho scelto l’impresa e il management”.
Una scelta che oggi appare naturale e che, dopo quasi trent’anni di carriera e responsabilità crescenti, lo ha portato alla guida di Cegeka Italia, dove ha trovato l’equilibrio che cercava: “un gruppo con visione internazionale, ma con una governance che riconosce il valore dell’accountability e della leadership, con obiettivi chiari verso l’innovazione in ambiti come AI, cybersecurity, hybrid cloud e servizi gestiti”.
L’importanza di imparare velocemente
Anche se, nel settore IT, Lorenzo Greco ci è arrivato quasi per caso. “Mi immaginavo marketing manager e sognavo di entrare in una grande multinazionale americana, presso cui, da neolaureato, sostenni un colloquio in cui riponevo molte speranze: fu un disastro. Non ero pronto, non conoscevo le dinamiche di quelle realtà e, all’università, nessuno insegna davvero l’arte di raccontare se stessi”, ricorda con un sorriso.
Ma se c’è qualcosa che non è mai mancato nel percorso di Lorenzo è la determinazione, insieme alla chiarezza con cui definisce i suoi obiettivi. “Quell’esperienza è stata uno dei momenti più formativi della mia carriera, un punto di partenza. Ho analizzato gli errori, osservato come si muovevano gli altri candidati, capito quale linguaggio usare, quali domande aspettarmi, come presentarmi al meglio. Nei colloqui successivi sapevo cosa dire, cosa evitare, come gestire il ritmo della conversazione”.
Poco dopo, arriva l’occasione giusta: “Un colosso americano, appena approdato in Italia, vinse la gara per digitalizzare le scuole italiane. Cercavano 300 neolaureati. Io ero uno di loro. Entrai nel PMO del progetto: organizzazione, numeri, gestione. Capii subito che quella era la mia strada”.
Perception is reality
Da qui, la sua carriera, costruita con rigore e una naturale propensione a prendere in mano le situazioni, inizia a decollare, sempre guidata da una particolare attenzione alla coerenza tra obiettivi e comportamenti, tra visione e quotidianità. “Perception is reality” è, infatti, una frase in cui Lorenzo Greco crede molto. Non uno slogan, ma un principio di lavoro: “Significa che ciò che gli altri percepiscono di noi non è un dettaglio marginale, ma spesso un riflesso autentico di ciò che siamo davvero, anche professionalmente”.
È anche per questo che, nella sua idea di leadership, basata su trasparenza, lealtà e senso di responsabilità verso il ruolo e la squadra, Greco non tollera ambiguità o doppi fini: “Il mondo dei servizi si regge su tre asset: i clienti, che sono partner strategici; le persone, il capitale più complesso da costruire e quello che genera davvero valore; i numeri, perché nel nostro settore tutto è misurabile. Se tradisci uno di questi tre elementi, perdi l’equilibrio dell’intero sistema”.
Attorno a questi pilastri costruisce visione, ambizioni e operatività. Un’impostazione che applica anche in Cegeka: “Il modello aziendale è molto simile alla mia visione di impresa: il founder affida alle diverse country la guida del business nel proprio mercato di riferimento e si aspetta che il management la eserciti pienamente. È un equilibrio efficace tra autonomia e responsabilità, ed è per me l’inizio di un ciclo in cui mettere a frutto quasi trent’anni di esperienza, evitando di replicare schemi passati e mantenendo una totale apertura all’innovazione”.
L’ecosistema come strategia
Un altro tratto distintivo di Lorenzo Greco è il senso di urgenza. “Non è impulsività, ma consapevolezza: il nostro mercato non concede pause. Per questo, fin dal mio arrivo in Cegeka, ho accelerato il processo di innovazione”. Convinzione di Lorenzo Greco è, infatti, che la velocità, quando guidata con lucidità, sia un fattore critico di successo. Allo stesso modo, considera essenziale ripensare i confini dell’impresa: “Oggi le aziende non sono più entità chiuse. Sono organismi che vivono in un ecosistema ampio, interconnesso. E se non lavori in connessione, difficilmente puoi avere successo”.
Da qui l’impegno nel costruire partnership su più livelli: tecnologiche, commerciali, operative. “Il confine tra cliente, fornitore e partner è mobile. E proprio per questo può diventare una leva strategica”.
Anche sulle tecnologie, Lorenzo ha un approccio pragmatico: “Non esiste una tecnologia migliore in assoluto ma quella che si adatta davvero al singolo contesto”. È per questo che richiama tre concetti chiave, che considera imprescindibili per qualsiasi architettura digitale: fiducia, ovvero l’affidabilità del dato; controllo, nella governance di sistemi e informazioni; protezione, dagli attacchi interni ed esterni. “Senza questi elementi, qualsiasi infrastruttura è fragile”.
L’obiettivo, anche questa volta, è chiaro: “Voglio che Cegeka diventi un riferimento ancora più centrale in Italia. Siamo abbastanza grandi per garantire scalabilità e abbastanza piccoli per garantire vicinanza. È questo il nostro vero vantaggio competitivo”.
Crescere nella responsabilità
Un equilibrio che Lorenzo Greco ricerca per l’azienda, per il mercato ma anche per se stesso. Ed è un equilibrio che, racconta, arriva con l’esperienza. “Nei primi anni in cui, per altre aziende, ho ricoperto ruoli di top management, mi è capitato di provare un senso di ansia: ogni telefonata sembrava un allarme. Con il tempo ho imparato a vivere il ruolo con una consapevolezza diversa: le persone devono crescere nelle capacità e nella responsabilità; non possono delegare l’ansia verso l’alto, ma proporre soluzioni, non solo problemi. Quando questo accade, cambia tutto”.
Equilibrio ricercato anche nella vita privata. “Non ho mai sacrificato la famiglia sull’altare della carriera. Mia moglie lavora nel nostro settore ed è una sparring partner preziosa. I miei figli, oggi, capiscono che cosa faccio e si divertono a imitarmi quando mi sentono dire in call: <<Good morning, this is Lorenzo>>”.
Parlando delle nuove generazioni, un velo d’ombra attraversa lo sguardo attivo di Lorenzo Greco: “Negli ultimi mesi, per curiosità, ho rivalutato il mio primo stipendio con l’inflazione attuale. Il risultato? Oggi i neoassunti nel digitale, a parità di potere d’acquisto, guadagnano il 15% in meno rispetto a trent’anni fa, eppure arrivano più preparati, più competenti, cresciuti in un mondo infinitamente più complesso”. Una riflessione che per Lorenzo Greco diventa un obiettivo: “È un tema che dobbiamo affrontare come Paese e come industria”.








