intervista

Basso (Horsa): una leadership umana per guidare la squadra



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Nicola Basso, CEO di Horsa, combina strategia e umanità con una visione imprenditoriale che valorizza la cultura aziendale e le relazioni durature, per navigare le opportunità del mercato e dell’AI in modo trasversale e collaborativo

Pubblicato il 24 nov 2025



Horsa Basso
Nicola Basso, Ceo e socio di Horsa

L’impressione che si ha, parlando per la prima volta con Nicola Basso, CEO e socio di Horsa – system integrator che progetta, implementa e governa soluzioni IT in molteplici ambiti del digitale, con oltre 300 milioni di euro di fatturato aggregato e più di 2.000 dipendenti- è quella di un uomo sobrio, razionale, riservato. Nel giro di pochi minuti, però, emergono molti altri lati umani: Nicola è, infatti, anche un imprenditore sinceramente attento al benessere e al coinvolgimento delle persone, profondamente riflessivo quanto dotato di una spiccata creatività e di una sorprendente propensione a dar vita a momenti di autentica convivialità, capace di prendere decisioni istintive quando serve, sicuro di sé, con obiettivi nitidi.

Il valore delle relazioni

Nella vita come in azienda, per Nicola conta la qualità dei rapporti e la loro continuità. “Sto con mia moglie da quando avevo 17 anni e alcuni dei miei migliori amici sono ancora i compagni di università con cui, al primo anno di Ingegneria Gestionale a Padova, ci siamo buttati, forse con un pizzico di incoscienza, nell’organizzazione di una grande festa all’interno dell’Ateneo, firmando un accordo con la presidenza che ci rendeva responsabili di tutto ciò che sarebbe accaduto”.

L’evento si rivelò un successo straordinario, con migliaia di partecipanti, tanto che Nicola continuò a organizzarlo per diversi anni: un’esperienza che ha contribuito a cementare il suo legame con l’Università, dove oggi è membro del Board of Directors Alumni.

In quegli anni ho imparato l’importanza e il valore delle relazioni, umane ma anche di business e manageriali, che si rafforzano quando ci si apre e si mostra sincera condivisione verso ciò che l’altro ritiene importante, anche se magari per te, inizialmente, non era così”.

La visione organizzativa di Nicola Basso

Un’attenzione che Nicola Basso pone anche al centro della visione organizzativa e di leadership: il modo in cui si guida una squadra, la volontà di ascoltare, l’idea condivisa di dove si vuole andare. “Sono entrato in azienda nel 2011, quando il presidente e founder, Cesare Collinelli, acquisì la società che avevo fondato qualche anno prima con alcuni amici, che sono anche attuali colleghi, e ho subito riconosciuto in lui la mia medesima impostazione, che ancora oggi ci rappresenta, pur in un mercato che negli anni è cambiato profondamente. Per noi è fondamentale creare un ambiente in cui le persone possano dare molto, ma ricevere nella stessa misura: fiducia, crescita, visione. Allo stesso modo, per noi è importante portare anche leggerezza e convivialità. È questo il nostro humus, che ci caratterizza anche nella nostra strategia di crescita”.

La crescita per acquisizioni

Una strategia fortemente basata sulle acquisizioni: “È una caratteristica del nostro presidente, che ha sempre creduto nello sviluppo tramite aggregazioni. Io, all’inizio, non avevo questa prospettiva così chiara, ma per indole tendo a buttarmi con convinzione nei nuovi progetti e ci siamo trovati subito allineati, anche nelle operazioni più rischiose. I momenti complessi non sono mancati, soprattutto tra il 2012 e il 2016, quando il Gruppo non era ancora completamente strutturato nei processi interni, nell’efficientamento e nell’accentramento delle funzioni. Sono stati anni impegnativi, certo, ma anche molto belli: anni in cui abbiamo costruito il modello organizzativo, valoriale e comunicativo che ancora oggi ci guida”.

Nicola, però, ha mantenuto lucidità e convinzione nel percorso intrapreso: “Le sinergie industriali hanno cominciato a consolidarsi e la crescita si è manifestata non solo in temine di volumi ma anche di redditività. Oggi siamo il risultato di quel passaggio stretto e faticoso, ma necessario”.

Le scelte M&A

Nella sua linea votata alle acquisizioni (16 solo tra il 2023 e il 2024), Horsa affianca sempre la valutazione di business a quella umana. “Le operazioni di M&A si basano anche sulla comunanza culturale con gli imprenditori con cui ci confrontiamo – approfondisce Basso -. Nel percorso di due diligence una parte importante è data dalla sintonia nei valori, una chimica che spesso emerge in contesti informali. Importante è anche rassicurare i collaboratori sul fatto che con noi potranno lavorare bene, per questo investiamo in engagement, formazione, momenti di incontro e mobilità interna”.
Un approccio che per Nicola Basso è imprescindibile: “È molto più piacevole lavorare con persone contente e allineate nei valori. I risultati sono importanti, certo, ma non li inseguiamo ossessivamente: partiamo dal rispetto reciproco e dal senso di responsabilità. Engagement e commitment sono il vero motore. Questo tratto fa parte della mia storia professionale da sempre e fa bene anche all’azienda: dà stabilità, solidità e riduce la job rotation”.

Crescere in Italia, guardando all’estero

E se in Italia, il deal flow continua a essere molto consistente – Horsa è ormai riconosciuta come un gruppo acquisitivo con caratteristiche apprezzate dagli imprenditori e dalle loro persone -, Nicola guarda con attenzione anche oltreconfine: “Continueremo a crescere, non c’è un limite massimo. A un certo punto, però, soprattutto quando si pensa all’estero, gli aspetti relazionali e culturali che ci caratterizzano verranno messi alla prova, ma siamo pronti a salire questo ulteriore gradino, perché in Italia la marginalità che si può generare è abbastanza definita”.

Per questo motivo, l’azienda punta al Nord Europa, in mercati dove i day rate sono più alti, mantenendo però l’idea di fondo di costruire ponti, non silos. “Qualcosa del nostro tratto culturale, fatto di convivialità e calore, dovrà inevitabilmente cambiare. Ma la nostra volontà resta quella di creare fin da subito un forte spirito collaborativo tra la società estera e l’Italia, puntando su piccoli team misti che lavorino insieme e si contaminino reciprocamente”.

L’AI come sfida e opportunità

Quando guarda al futuro del mercato IT, Nicola Basso adotta un realismo ottimista. “Il futuro del settore è ormai strettamente legato all’AI. Per aziende come la nostra rappresenta al tempo stesso un’opportunità e un rischio. Pensiamo, per esempio, all’impatto sulla programmazione. L’intelligenza artificiale diffusa non arriverà però come uno switch improvviso dal bianco al nero: sarà una marea crescente che entrerà progressivamente in tutti i prodotti che vendiamo, quasi senza che ce ne accorgiamo. Il nostro compito sarà portare queste innovazioni sul mercato in modo intelligente, aiutando i clienti a ottimizzare processi e performance. La storia insegna che le grandi rivoluzioni, inizialmente percepite come minacce, finiscono per rimodellare la società e migliorare molte cose. Credo che con l’AI accadrà lo stesso”.

Per affrontare questa trasformazione serviranno prudenza nelle scelte strategiche e un forte lavoro di condivisione interna. “L’AI ha una natura profondamente trasversale, per questo abbiamo avviato un osservatorio interno al fine di capire come ogni società del gruppo la sta utilizzando, condividere know-how, evitare duplicazioni negli sforzi di ricerca e stimolare nuove idee. Spesso è proprio vedendo cosa stanno facendo i colleghi in altri settori che nasce un’intuizione applicabile altrove”.

Nicola Basso, tra razionalità e creatività

Il modo in cui Nicola prende le decisioni riflette l’equilibrio tra razionalità e introspezione che lo contraddistingue. “Le decisioni migliori – racconta – le prendo spesso in macchina. Guido tanto, per essere presente nelle molte filiali in giro per l’Italia, e mi rendo conto che se ho temi importanti da valutare non riesco ad ascoltare musica o podcast, lascio che le decisioni emergano spontaneamente”.

Un altro momento cruciale è l’alba. “Quando devo prendere decisioni complesse, a volte dormo male. La notte tende ad amplificare la negatività, mentre alle prime luci del mattino tutto si riallinea.”

Oltre alla capacità di ascolto e osservazione, emerge un lato profondamente creativo in Nicola, che nel tempo libero dipinge, ha scritto un libro ed è anche presidente del Golf Club Euganeo. “Sì, spesso in me affiora l’emisfero destro – sorride -. Sono una persona senza pregiudizi e credo che ogni opinione vada valutata in base al vissuto di chi la esprime”. In questo mix di lucidità manageriale, attenzione alle persone, creatività e forte senso della convivialità, si riconosce l’imprenditore che Nicola è oggi, capace di unire risultati e relazioni, crescita industriale e qualità della vita in azienda, numeri e umanità.

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