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Quattro strategie per migliorare la gestione dei servizi nei data center

Un data center inefficiente può arrivare a ridurre un’azienda sul lastrico. Secondo gli esperti occorre evitare guasti di raffreddamento e aggiornare la tecnologia delle batterie per mantenere gli impianti efficienti ed economicamente vantaggiosi. Quattro consigli degli esperti per ottimizzare (e aggiornare) la strategia di gestione dei data center

Pubblicato il 13 Gen 2017

Redazione TechCompany360

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La gestione dei servizi dei data center, dalla manutenzione dei gruppi di continuità alle misurazioni dell’efficienza energetica, rappresenta un aspetto in continua evoluzione per i team IT.

Per esempio, le metriche più vecchie (come la Power Usage Effectiveness), non sono più sufficienti per comprendere l’efficienza dei data center e, con l’aumento della densità di potenza, possono portare a gravi guasti di raffreddamento.

Gli esperti raccomandano di adattarsi ai nuovi standard per mantenere i data center efficienti ed economicamente vantaggiosi. Di seguito 4 consigli per migliorare la governance.

#1 Aggiornare la tecnologia delle batterie

Via via che i data center diventano più intelligenti ed efficienti, i gruppi di continuità (UPS) più maturi rappresentano una priorità. Oggi, infatti, cresce la domanda di UPS a minore impatto ambientale e con una migliore capacità di tenere traccia di dati relativi a durata del ciclo di vita, salute e manutenzione della batteria. Le batterie agli ioni di litio (Li-ion) hanno assunto un ruolo via via maggiore per la carica delle batteria nei data center, grazie alla loro perfetta integrazione con i sistemi UPS avanzati. Inoltre, le batterie agli ioni di litio forniscono più energia e densità di potenza, sono da prendere in considerazione con piccoli sistemi UPS che possono essere posizionati in modo più flessibile all’interno del data center e sono più resistenti alle temperature elevate rispetto alle batterie al piombo-acido.

Gli esperti ricordano che, quando si scelgono batterie agli ioni di litio, occorre tenere a mente che non sono sostituibili a caldo e non rappresentano necessariamente un ricambio diretto per le batterie piombo-acido. Non solo: le batterie agli ioni di litio tendono a costare di più rispetto alle batterie tradizionali e possono avere un sistema di gestione più complesso, che va ad aggiungersi al costo iniziale. Gli esperti, inoltre, segnalano che con ogni probabilità il 2017 registrerà un aumento della disponibilità della tecnologia agli ioni di litio.

#2 Riconoscere e prevenire gli hot spot del data center

La maggiore densità di potenza dei data center di oggi può fare miracoli in termini di efficienza e budget, ma potrebbe causare anche guasti nel sistema di raffreddamento e conseguenti blocchi del server disastrosi. Gli hot spot possono verificarsi se si spostano o si aggiungono apparecchiature senza considerare la capacità di raffreddamento del data center e tale pericolo può anche passare inosservato fino al manifestarsi di gravi danni.

Per trovare gli hot spot facilmente e a basso costo, gli esperti consigliano di montare pannelli indicanti la temperatura con nastri colorati e termosensibili che indicano la temperatura dell’aria in ingresso vicino alla parte superiore, centrale e inferiore di ogni rack (o davanti alla maggior parte delle componenti hardware vulnerabili se il budget è limitato). Le sonde di temperatura e umidità rappresentano un’altra opzione che può offrire in tempo reale visualizzazioni grafiche della temperatura del data center. Per simulare un impianto e testare le capacità di raffreddamento, gli esperti consigliano di combinare i modelli di fluidodinamica computazionale del flusso d’aria con le visualizzatori delle sonde. Utilizzare la fluidodinamica computazionale, con la creazione di un modello 3D del data center, è il modo migliore per prevenire i guasti di raffreddamento.

#3 Misurare accuratamente l’efficienza con nuove metriche

La Green Grid ha introdotto la metrica Power Usage Effectiveness (PUE) quasi 10 anni fa. Da allora, la tecnologia dei data center si è evoluta in modo significativo, rendendo il PUE non più sufficiente a misurarne con precisione l’efficienza. Oggi occorre utilizzare metriche più dettagliate basate su una serie di nuovi parametri. Un esempio? La produttività energetica dei data center misura la quantità di lavoro utile che il data center produce per watt di energia consumata.In questo caso, il parametro “lavoro utile” viene definito dall’utente: una società di retail, per esempio, può definire il lavoro utile come il numero di vendite.

L’obiettivo di questa metrica è di minimizzare il consumo di energia e massimizzare lavoro utile. Un’altra nuova metrica per misurare l’efficienza dei data center è il Performance Indicator (PI), rilasciato dalla Green Grid nel giugno 2016. Questa metrica descrive la Power Usage Effectiveness, la conformità e la resistenza termiche dell’IT. Il PI può essere utilizzato per comprendere se l’hardware viene raffreddato in modo affidabile, per valutare l’efficienza della struttura e per comprendere come uno dei fattori influenzi l’altro. Il PUE, dunque, rimane ancora la base per la valutazione dell’efficienza, ma nuove metriche come il PI possono contribuire a migliorare la gestione del data center, tenendo in considerazione una rosa maggiore di parametri.

#4 Aumentare l’efficienza con la gestione dei cavi

Un altro modo in cui alcuni team IT involontariamente sprecano risorse quando si tratta di manutenzione dei data center è un cablaggio mal gestito (che potrebbe creare calore e fermare il flusso di aria di raffreddamento nel plenum sotto il pavimento, facendo salire i costi e causando potenziali tempi di inattività). Per avviare il processo di pulizia, gli esperti consigliano di utilizzare uno strumento DCIM per fare un inventario completo, dai server e gli switch passando per gli hub di rete e le attrezzature supplementari. Con lo strumento DCIM, è possibile effettuare simulazioni su possibili layout per determinare quali sia il design più efficace o analizzare il layout del cablaggio corrente per identificare quali cavi non siano più in tensione.

Queste attività possono aiutare a fare pulizia senza creare alcuna interruzione accidentale. Un altro approccio prevede invece di implementare il cablaggio interamente strutturato, che può essere sia sotto che sopra il pavimento. Secondo gli esperti, la canalizzazione sopra al pavimento si rivela la scelta migliore, poiché il cablaggio sotto al pavimento potrebbe limitare l’accesso ai cavi. Inoltre, sarebbe opportuno etichettare e colorare i cavi per identificarli facilmente, oltre a tagliarli ognuno della lunghezza desiderata senza annodarli. L’approccio finale, quello più costoso, prevede invece di costruire un data center utilizzando il modello su più livelli, che separa le strutture in quattro categorie in base alla loro disponibilità.

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