Strategie

La veronese HWG internazionalizza ancora, con un Security Operation Center in Lituania



HWG punta ora ad affermare il valore della propria offerta di servizi di sicurezza in un’area strategica come Paesi baltici, nordici, e nord est Europa e prevede di assumere altri 20-25 specialisti per il nuovo SOC di Vilnius, inclusi security analysts, security architects e consulenti

di Redazione

Pubblicato il 08 Ott 2021


Fondata nel 2008 a Verona, HWG muove i primi passi come Managed Security Service Provider e si specializza ben presto nella cyber security, inaugurando il suo primo Security Operations Center (SOC) nel 2011. Oggi HWG fornisce un monitoraggio proattivo della sicurezza 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e servizi di incident response per aziende in oltre 20 paesi in tutto il mondo e per farlo, gestisce servizi SOC a Verona, Dubai e Singapore e ora anche a Vilnius.

E’ notizia del 22 settembre, il nuovo importante traguardo nella strategia di crescita a livello internazionale con l’inaugurazione del SOC in Lituania grazie al quale, i manager della società puntano ad affermare il valore della propria offerta di servizi di sicurezza in un’area strategica come Paesi baltici, nordici, e il nord est Europa. Un annuncio che rilancia a livello internazionale le competenze e le abilità imprenditoriali del nostro Paese in un settore mai così centrale e critico come la sicurezza informatica.

Il ruolo dei SOC e di personale tecnico nella sicurezza informatica. IBM è il motore

“I Security Operations Center sono essenziali per il monitoraggio e l’analisi continua delle minacce informatiche, nonché per la prevenzione e la mitigazione degli incidenti di sicurezza informatica – spiega Stefano Brusaferro, CEO di HWG Cyber Security Nordics – Dopo aver creato il nostro primo SOC in Italia, abbiamo iniziato a lavorare con i clienti all’estero, in particolare con le banche centrali. Il SOC è la chiave di volta ed è una struttura che siamo stati in grado di sviluppare anche grazie alla partnership con IBM. La tecnologia IBM è di fatto uno dei cardini tecnologico del nostro SOC. IBM QRadar, in particolare, è uno dei motori più potenti della nostra offerta di servizi, in cui confluiscono tutti i dati dei nostri clienti”.

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HWG impiega attualmente oltre 50 analisti e prevede di assumere altri 20-25 specialisti per il nuovo SOC di Vilnius, inclusi security analysts, security architects e consulenti. “I nostri clienti sono aziende e istituzioni di grandi e medie dimensioni che operano in una varietà di settori: bancario e finanziario, moda, manifatturiero, automobilistico, servizi pubblici, telecomunicazioni e servizi governativi – afferma Brusaferro – Aprendo un SOC in Lituania, estenderemo le capacità del nostro team italiano e offriremo un monitoraggio completo della sicurezza per più clienti”.

La strategia di HWG di fronte ad un mercato in continua crescita: colmare gap di struttura e competenza

Il 2021 si conferma un anno da record per la società italiana, che sta registrando crescite a doppia cifra, un anno durante il quale la domanda di sicurezza è progressivamente cresciuta di intensità e anche di complessità.

“La consapevolezza dei rischi e dei danni che la non sicurezza può scatenare oggi stanno aumentando molto tra le imprese – spiega Brusaferro – Infatti, la domanda di sicurezza si sta sempre più complicando e specializzando. Le imprese hanno capito che è solo una questione di tempo rispetto agli attacchi informatici e per questo stanno aumentando le richieste di competenze tecniche concrete, precise, utili. L’obiettivo è quello di andare a colmare quei gap di struttura e competenze che ci si rende conto di avere al proprio interno. Un trend che unisce realtà di grandi e di piccole dimensioni senza grandi distinzioni”.

Di fronte ad un simile scenario in continua e rapidissima evoluzione, la risposta di HWG si articola lungo tre direttrici:

  1. non essere generalisti ma verticali a livello di sicurezza il che permette di inserirsi, in ottica di ecosistema, nei progetti e nelle strategie di altri partner che si occupano di IT ma che riconoscono in HWG un complemento unico e forte a livello di gestione delle minacce informatiche;
  2. rafforzare la presenza di personale tecnico all’interno di HWG: infatti, dei circa 60 dipendenti HWG in Italia, il 90 per cento sono figure tecniche. “Di fronte ai CISO, CIO e IT Manager non ci proponiamo come venditori di licenze e nuovi prodotti, – precisa il CEO – l’idea e la pratica di HWG è da sempre quella di proporre un servizio vincente sviluppato da tecnici che si comportano come se fossero un team interno all’azienda clienti”;
  3. prendere in carico l’ownership del monitoraggio e della gestione completa dell’IT security di una intera organizzazione dando visibilità solo agli alert veramente critici per una società. “In questa fase di corsa verso il digitale e la security – aggiunge Brusaferro – molte aziende si propongono spesso con una offerta di servizi molto automatizzata. Una strategia che serve a poco però se poi questa pioggia automatica di nuovi ticket genera effort aggiuntivi e spesso poco controllabili per il cliente stesso”.

Immagine fornita da Shutterstock

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