Sicurezza
I Trojan restano ancora la principale fonte del malware
Nel 2015 Panda Security ha censito oltre 84 milioni di nuovi tipi di malware. La Cina è il paese più colpito, mentre gli Stati del Nord Europa sono quelli che hanno subito meno attacchi
Pubblicato il 28 Gen 2016
Più o meno simili sono le percentuali quando si prendono in considerazione le infezioni causate dai diversi tipi di malware: i Trojan sono stati i principali, con una media del 60,30%, il 5% in meno rispetto al 2014. Ma anche i PUP sono stati particolarmente dannosi, con circa un terzo delle infezioni causate da tecniche per ingannare gli utenti e accedere così ai loro computer. Seguono adware/spyware con il 5,19%, worm 2,98% e virus 2,55%. Il 2015 si distingue come uno degli anni con il più alto tasso di infezioni causate agli utenti.
A livello geografico, la Cina è stato il paese più colpito, con il 57,24% dei computer infetti, e un incremento quasi del 30% rispetto al 2014. Segue Taiwan, con il 49,15% e la Turchia con il 42,52%. Anche Colombia, Uruguay e Spagna sono presenti nell’elenco delle nazioni con un livello di infezioni superiore alla media, rispettivamente con il 33,17%, 32,98% e 32,15%. In base ai dati raccolti, tra le dieci nazioni meno colpite nove sono situate in Europa, accompagnate dal Giappone. Sul podio in particolare, ci sono tre paesi scandinavi: Finlandia (20,32%), Norvegia (20,51%) e Svezia (20,88%). L’Italia, invece, non è contemplata nelle classifiche di Panda, né tra i migliori né tra i peggiori.
«Per l’immediato futuro le prospettive non sono positive: Prevediamo che il numero di nuovi malware continuerà a crescere – ha spiegato Luis Corrons, Direttore Tecnico dei Pandalabs, – e non possiamo dimenticare che la creazione di milioni di Trojan e di altre minacce corrisponda alle esigenze dei cyber criminali di colpire sempre più utenti per ottenere ritorni