Sicurezza

I Trojan restano ancora la principale fonte del malware



Nel 2015 Panda Security ha censito oltre 84 milioni di nuovi tipi di malware. La Cina è il paese più colpito, mentre gli Stati del Nord Europa sono quelli che hanno subito meno attacchi

Gianluigi Torchiani

Pubblicato il 28 Gen 2016


Che il 2015 non sia stato un anno semplice per la sicurezza informatica era cosa nota, anche per effetto dei clamorosi casi che hanno interessato l’opinione pubblica. Il recente rapporto annuale stilato dal vendor di sicurezza Panda Security ha fatto il punto sulle reali dimensioni del fenomeno cybercrime: la società ha infatti rilevato e neutralizzato oltre 84 milioni di nuovi malware durante il 2015, 9 milioni in più rispetto all’anno precedente, che portano il totale censito a quota 304 milioni. Ma di che tipo di malware stiamo parlando? Secondo Panda i Trojan sono stati ancora una volta la principale specie di malware creati nell’anno, con il 51,45%, seguiti da virus (22,79%), worm (13,22%), PUP (10,71%), e spyware (1,83%).

Più o meno simili sono le percentuali quando si prendono in considerazione le infezioni causate dai diversi tipi di malware: i Trojan sono stati i principali, con una media del 60,30%, il 5% in meno rispetto al 2014. Ma anche i PUP sono stati particolarmente dannosi, con circa un terzo delle infezioni causate da tecniche per ingannare gli utenti e accedere così ai loro computer. Seguono adware/spyware con il 5,19%, worm 2,98% e virus 2,55%. Il 2015 si distingue come uno degli anni con il più alto tasso di infezioni causate agli utenti.

A livello geografico, la Cina è stato il paese più colpito, con il 57,24% dei computer infetti, e un incremento quasi del 30% rispetto al 2014. Segue Taiwan, con il 49,15% e la Turchia con il 42,52%. Anche Colombia, Uruguay e Spagna sono presenti nell’elenco delle nazioni con un livello di infezioni superiore alla media, rispettivamente con il 33,17%, 32,98% e 32,15%. In base ai dati raccolti, tra le dieci nazioni meno colpite nove sono situate in Europa, accompagnate dal Giappone. Sul podio in particolare, ci sono tre paesi scandinavi: Finlandia (20,32%), Norvegia (20,51%) e Svezia (20,88%). L’Italia, invece, non è contemplata nelle classifiche di Panda, né tra i migliori né tra i peggiori.

«Per l’immediato futuro le prospettive non sono positive: Prevediamo che il numero di nuovi malware continuerà a crescere – ha spiegato Luis Corrons, Direttore Tecnico dei Pandalabs, – e non possiamo dimenticare che la creazione di milioni di Trojan e di altre minacce corrisponda alle esigenze dei cyber criminali di colpire sempre più utenti per ottenere ritorni

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