Sulla fatturazione elettronica in questi anni si è scritto tantissimo e non poteva essere altrimenti, dato l’impatto potenziale sulla vita lavorativa delle imprese. Ma oggi a che punto siamo, in particolare dal lato B2B? Se n’è parlato in occasione di uno speciale appuntamento organizzato da Nicma informatica, che ha visto la partecipazione di una serie di specialisti, tra cui Andrea Cortellazzo, di Menocarta.net, Ilaria Bruno, di TeamSystem (che ha mostrato la soluzione tecnologica di riferimento, Agyo) e Marco Lorusso di Digital4Trade.
Il punto fondamentale emerso dal dibattito è lo scollamento tra la realtà delle imprese e gli step previsti dalla normativa. La Fatturazione elettronica tra privati in Italia è nata a partire dall’estate del 2015 e – secondo le intenzioni del governo – in questi due anni le imprese avrebbero avuto modo di informarsi e attrezzarsi in vista della prima scadenza utile per esercitare l’opzione per il 2017. Ciò tuttavia è in buona parte non avvenuto e sebbene le imprese siano tendenzialmente interessate a dar inizio a un processo di digitalizzazione, la diffusa confusione che regna, alimentata anche dai continui sconvolgimenti della normativa fiscali, ha frenato gli operatori economici nell’imboccare questa strada, a causa del timore costante d’incappare nelle forche caudine del fisco per via di possibili errori procedurali dovuti a una non adeguata conoscenza degli obblighi previsti dall’opzione.
Buona parte di questi timori in realtà sono infondati. L’opzione, per cominciare, non implica un obbligo di digitalizzare da subito, o in seguito, le proprie fatture, e gli obblighi a cui sottopone chi vi aderisce non sono troppo diversi rispetto al regime fiscale tradizionale (a cominciare dalle date di scadenza degli obblighi fiscali, equivalenti per entrambi i regimi di fatturazione). Tuttavia, a giochi ormai fatti, tutte queste preoccupazioni sono ancora oggi molto diffuse. Evidentemente è mancato il clima culturale adatto a riceverla dovere e sotto questo aspetto si è sentita la scarsa presenza istituzionale nel diffondere, e divulgare, quanto deliberato. Nonostante la confusione, e i timori, è emerso da parte di tutti i partecipanti che la digitalizzazione della fatturazione è una grande rivoluzione che imporrà a tutti di prepararsi il prima possibile. Al netto del quadro normativo europeo, molto chiaro nell’indicare la fattura elettronica come nuovo standard da raggiungere nei prossimi anni, sempre più la fatturazione elettronica diventerà un tema dominante da parte di uffici amministrativi e CFO.
Sotto questo aspetto è emersa l’importanza di riuscire a governare il processo e anticipare gli altri. Molte imprese, soprattutto quelle di grandi dimensioni, stanno obbligando i fornitori a mandare fatture elettroniche per proseguire i rapporti commerciali. Non prepararsi da sé, secondo le proprie necessità, significa esporsi al rischio di dover adeguarsi in corsa alle esigenze di un cliente che impone la digitalizzazione delle fatture ai propri fornitori. Uno scenario non privo di rischi, che può condurre l’impresa non preparata di fronte a due scenari: mettere a punto un sistema di digitalizzazione raffazzonato con tutti i pericoli di mala gestione ad esso collegati oppure rinunciare al rapporto commerciale con quel cliente (un fenomeno che è già avvenuto in Italia verso le Pubbliche Amministrazioni da parte di molte aziende, soprattutto micro imprese, fornitrici di servizi).
Come poter rispondere a questa sfida dunque? Sicuramente è necessario una sinergia tra l’impresa, il commercialista che la segue e il partner tecnologico in grado di mettere in pista un’infrastruttura per la digitalizzazione delle fatture. Le competenze specifiche andranno inesorabilmente a miscelarsi sempre di più, con il partner IT da un lato sempre più chiamato a dare consulenze fiscali al cliente e, dall’altro lato, con il commercialista che dovrà imparare a padroneggiare questo tipo di servizi digitali per l’emissione e ricezione di fatture elettroniche. Un fenomeno che senza dubbio investirà la stessa azienda al suo interno e che vede CIO e CFO agire sempre più di concerto su un cambiamento che per esser attuato richiede solidità sia sotto il profilo amministrativo, sia sotto quello tecnologico.
Tirando le somme, il passaggio verso la fatturazione elettronica costituirà una procedura cruciale per tutte le imprese nei prossimi anni. Sebbene il tempo stringa, è necessario che quest’operazione venga fatta con criterio così da evitare problemi di gestione e, soprattutto, guai con il fisco. Per cominciare occorre senza dubbio una pianificazione in grado di fornire passaggi chiari e logici che possano efficacemente guidare l’azienda verso il cambiamento. Nicma offre la possibilità di preparare, a chi lo desidera, una stima indicativa d’investimento richiesto per poter digitalizzare le proprie fatture attive e passive. A questo link è possibile compilare il modulo per ricevere la valutazione d’investimento.