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L’ICT resta il primo settore di investimento per i business angel: ecco perché



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Potenziale di crescita, di innovazione e di ritorno sull’investimento. Sono i motivi per cui le startup del settore ICT piacciono ai business angel. Che non intendono diminuire il loro impegno finanziario

Pubblicato il 5 giu 2025



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Ai business angel piace l’ICT. L’Information and Communication Technolopgy è, infatti, il primo settore in cui investono, secondo il rapporto Italia 2024 di IBAN (Associazione Italiana Business Angels), un primato che è andato rafforzandosi anno dopo anno.

Chi sono i business angel

I Business Angel (BA) sono individui con capitali a disposizione, spesso con esperienza in aziende mature o istituzioni finanziarie, che finanziano a società startup nelle primissime fasi del loro ciclo di vita (seed) e, in aggiunta, supportano gli imprenditori con la loro specifica competenza ed il loro network di contatti.

Sebbene i loro investimenti non siano generalmente inclusi nelle statistiche ufficiali sul Venture Capital, i BA italiani hanno mostrato una crescita significativa, investendo 74,5 milioni di Euro in autonomia in 106 operazioni nel 2024.

Qual è il profilo dei Business Angel in Italia? Hanno un’età prevalentemente compresa tra i 45 e i 65 anni (58% nel 2024), possiedono un livello di istruzione elevato o molto elevato (quasi la totalità con Laurea Magistrale e il 32% con titolo superiore nel 2024), e hanno un passato professionale orientato principalmente a ruoli dirigenziali (58%). La maggior parte (84%) non svolge questa attività a tempo pieno, ma la affianca ad altre come imprenditore o libero professionista.

Quanto investono i business angel

Il loro patrimonio medio (esclusa la prima casa) si attesta tra 500.000 e 2 milioni di Euro, con oltre la metà che investe meno del 10% in angel investing. Dal punto di vista degli investimenti, i BA privilegiano le società in fase di startup (61%) rispetto a quelle in fase seed (39%), con un investimento mediano per società target di circa 100.000 Euro. Una caratteristica distintiva è la predominanza delle operazioni in syndication (73% nel 2024), una strategia consolidata per aumentare l’apporto finanziario e mitigare il rischio. Inoltre, il 57% dei BA applica criteri di valutazione ESG e/o di impact investing, e un notevole 96% non intende diminuire la propria quota di patrimonio dedicata agli investimenti in startup, segnalando una forte visione a lungo termine e stabilità nel settore.

ICT, un interesse in crescita

All’interno di questa vivace attività, il settore ICT si è distinto come il preferito dagli investitori. I dati della survey IBAN 2024 indicano che ben il 38% degli investimenti effettuati dai Business Angel si è concentrato proprio nell’ICT. Questo dato non è solo un’affermazione di leadership, ma rappresenta anche un aumento significativo rispetto al 28% registrato nel 2023, evidenziando una fiducia crescente e un focus ancora più marcato su questo comparto.

Già nel 2023, l’ICT si era affermato come il settore di maggiore interesse per i Business Angel, attirando il 28% degli investimenti complessivi.

Le preferenze all’interno dell’ICT

All’interno dell’ICT, le preferenze si erano suddivise tra Digital Consumer Services (52%) ed Enterprise Technologies (48%). Questo dato del 2023, sebbene inferiore a quello del 2024, ha fornito una base solida da cui il settore ha potuto accelerare ulteriormente.

Anche se altri settori come l’Healthcare hanno mostrato una crescita di interesse nel 2023 (passando dal 9% al 16% degli investimenti), l’ICT ha mantenuto una posizione di netta superiorità.

Perché l’ICT piace ai business angel 

La persistente predilezione per l’ICT può essere compresa alla luce dei criteri di valutazione che guidano le decisioni dei Business Angel.

Tra i fattori critici di successo nella valutazione delle aziende target, il “Potenziale di crescita del mercato” e il “Team dei manager” si confermano ai primi posti negli ultimi anni. L’ICT, per sua natura, è un settore caratterizzato da un elevato potenziale di crescita e innovazione continua, capace di generare soluzioni scalabili e dirompenti, che ben si allineano con la ricerca di un alto potenziale di ritorno sull’investimento.

Inoltre, i Business Angel italiani tendono a privilegiare gli investimenti in società in fase di startup (61%) rispetto a quelle in fase seed (39%). Questa scelta riflette la volontà di concentrarsi su progetti imprenditoriali che hanno già raggiunto una maggiore maturità, riducendo così il rischio di fallimento del singolo investimento e del proprio portfolio. Molte delle opportunità più promettenti nell’ICT rientrano proprio in questa fase di sviluppo, avendo già superato le prime fasi di ideazione e dimostrato un minimo di trazione sul mercato.

Il fatto che il 96% dei Business Angel coinvolti nella Survey IBAN 2024 abbia dichiarato di non voler diminuire la propria quota di patrimonio dedicata agli investimenti in startup è un forte segnale di stabilità e di intenzioni a medio e lungo periodo.

Questo impegno duraturo, combinato con la continua focalizzazione sull’ICT, suggerisce che gli investitori vedono in questo settore non solo un’opportunità di crescita immediata, ma anche un pilastro per lo sviluppo futuro dell’innovazione in Italia.


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