System integrator

Formazione e flessibilità: le risposte di DNC per uscire dalla crisi



A colloquio con Antonella Rotundo Chief Operations Officer di DNC. Dopo un anno complesso, giocato sull’acquisizione di nuove competenze, oggi il system integrator aiuta le imprese a focalizzarsi sulla ripresa, investendo in formazione e ricerca di nuove efficienze

Maria Teresa Della Mura

Pubblicato il 24 Mag 2021


“Reagire alla difficoltà trovando nuovi spunti per crescere, anche in un anno complesso come il 2020. Questo è stato il nostro imperativo.”  Chi parla è Antonella Rotundo, Chief Operations Officer di DNC, system integrator torinese, specializzato nello sviluppo e nella realizzazione di progetti di Digital Transformation: “Comprensibilmente, con l’avvio della pandemia, molte delle attività pianificate e programmate con i nostri clienti sono venute meno o comunque hanno subito rallentamenti. Un freno che inevitabilmente ha colpito anche le attività in corso con clienti con i quali abbiamo instaurato progetti duraturi e di lungo respiro”.

Di fronte, dunque, a un imprevisto di portata mondiale, che ha scompaginato sia la pianificazione delle attività correnti, sia il prosieguo delle attività di sviluppo, la scelta di DNC è stata chiara: “Imperativo categorico: non rallentare, in primis seguire percorsi formativi e acquisire specializzazioni su alcune tematiche innovative o che richiedevano un grosso investimento formativo iniziale.”

Con i clienti, invece, la scelta è stata quella della flessibilità: “Abbiamo scelto di ascoltare le loro esigenze, comprendere le loro difficoltà e vivere la discontinuità come momento transitorio, nella consapevolezza che questa disponibilità sia utile nel rinsaldare la relazione che abbiamo con loro. Abbiamo voluto dare ascolto alle difficoltà nelle quali si muovono le imprese, rispettando i loro tempi e il loro bisogno”

Un’accelerazione sulle progettualità necessarie all’emergenza

Questo spirito è servito a DNC per fare del 2020 un anno di opportunità. L’emergenza è stata infatti l’occasione per accelerare su alcune progettualità, in particolare nel settore manifatturiero e nel mondo del food, che rappresentano due degli ambiti di elezione della proposition del system integrator piemontese.
“Con alcuni clienti che operano in questi settori è stato necessario focalizzarsi su temi quali la gestione remota degli asset o l’integrazione dei sistemi di fabbrica. Sono necessità specifiche espresse da queste aziende e sulle quali anche noi abbiamo costruito nuove competenze, erogando servizi mirati di consulenza di processo”. Una tendenza che continua anche in questo 2021, nel quale gradualmente anche chi si era fermato sta ripartendo, rimettendo in moto quei progetti di trasformazione digitale sospesi un anno fa.

Il focus della proposition di DNC resta sulle soluzioni SAP, “che rappresenta il nostro core business”, come spiega Antonella Rotundo, sulle quali si innestano tematiche più nuove, in particolare legate all’analisi dei dati, alla business intelligence e alla “capacità di sfruttare tutto il patrimonio informativo presente in azienda per migliorare le performance di business”.  “Ci siamo concentrati sul ricalibrare le nostre competenze interne anche rispetto all’offerta SAP, rafforzando alcuni aspetti specifici, dagli analytics alle operation”.

Foto di Antonella Rotundo
Antonella Rotundo, Chief Operations Officer di DNC

Supportare le aziende nella digitalizzazione dei processi core

In realtà, DNC si è resa conto che anche nelle realtà di medie e grandi dimensioni, che tradizionalmente entrano nell’orbita delle progettualità SAP, esiste ancora un certo scollamento tra gli ultimi trend digitali e la loro effettiva applicazione. Parliamo ad esempio di digital twin, una tendenza ben lontana dall’essere integrata in modo diffuso nei processi aziendali che tanto ne beneficerebbero.

“Alcune leve tecnologiche, che possono sembrare acquisite e scontate, per molte realtà sono ancora da realizzare. E probabilmente è qui che l’emergenza ha funto da acceleratore”.  “Spesso – prosegue Antonella Rotundo – si sono rimandati investimenti con la scusa della mancanza di budget. In realtà non era il budget che mancava: mancava la convinzione della necessità, perché comunque le cose funzionavano. Nel momento della discontinuità, le cose non funzionavano più ed è dunque diventato urgente fare le cose diversamente rispetto alla modalità tradizionale. E da qui hanno preso origine i fenomeni di accelerazione”.

Tutto sommato, investire oggi su aspetti forse meno innovativi del percorso di trasformazione crea le basi per le evoluzioni successive, ma soprattutto consente di eliminare inefficienze divenute ormai dannose.
“Oggi si ridisegnano modelli e processi, non solo integrando nuove tecnologie, ma in primis eliminando ciò che non funziona, ciò che costituisce un freno. Per molte aziende, trovarsi a gestire la crisi è stato come mettersi davanti allo specchio e rendersi conto dell’effettiva portata delle inefficienze. È stata una sorta di palestra, che ha consentito al management di capire dove stanno gli sprechi, quali attività automatizzare, quali ridurre. E soprattutto di prendere atto della necessità di destinare le proprie risorse alla creazione di nuovo valore”.

Indirizzare i clienti su progetti strategici e necessari

Per quanto riguarda il 2021, DNC si muove nella consapevolezza che la discontinuità del 2020 ha tolto molte certezze, in particolare sulla possibilità di affidarsi a dati storici per provare a delineare prospettive, e ha obbligato molti dei suoi clienti a una cautela estrema sugli investimenti. “Per questo oggi più che mai il nostro ruolo è aiutare i nostri clienti a comprendere cosa sia realmente strategico per loro e ancor prima a identificare cosa è in questo momento necessario. Lavoriamo fianco a fianco e in totale trasparenza, ben sapendo che la prima risposta che il nostro cliente ha bisogno di avere è il ritorno del suo investimento”.

Il valore della formazione verso i clienti

Una attività che rientra oggi più che mai nelle attività di DNC con i propri clienti è la formazione, sia di tipo tecnologico, sia di business. “Soprattutto con i clienti con i quali abbiamo in essere programmi pluriennali, inseriamo una componente di formazione, per altro in questo momento recuperabile grazie agli incentivi statali, su tutte quelle competenze che il cliente non ha e che gli servono non solo per il presente, ma anche per muoversi con maggiore autonomia nel futuro. La formazione diventa dunque elemento costituivo della progettazione. E dall’acquisizione delle competenze ci si muove poi verso i progetti congiunti di innovazione”.

Una co-innovation che per DNC si trasforma poi in best practice industrializzabile e dunque esportabile anche verso altri clienti, in una sorta di circolo virtuoso necessario a rimettere in moto la crescita.

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