intervista

Favuzzi (Exprivia): acquisizioni, internazionalizzazione e un fondo di private equity per raddoppiare il fatturato



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Il 2025 segna una svolta per Exprivia: dopo l’acquisizione di Present, il gruppo punta a raddoppiare il fatturato entro il 2026, rafforzando la presenza nei settori chiave e nei mercati europei. Tra crescita organica, nuove acquisizioni e innovazione tecnologica, l’azienda consolida il suo ruolo di player IT internazionale radicato in Puglia

Pubblicato il 24 ott 2025



innovazione digitale in Italia
Domenico Favuzzi, presidente e Ceo Exprivia

Il 2025 è un anno indimenticabile per Domenico Favuzzi. Non solo e non tanto perché Exprivia, la società di cui è presidente e CEO, sta per compiere 20 anni, ma perché ha acquisito Present, un “boccone” da oltre 100 milioni di ricavi, facendo un altro passo importante verso un obiettivo ambizioso: raddoppiare il fatturato entro il 2026, da 200 a 400 milioni, e consolidare la posizione in un mercato delle tecnologie in grande movimento.

A Techcompany360 Favuzzi racconta i lavori in corso per l’integrazione, lo scouting per altre possibili acquisizioni e per l’apertura del capitale a un fondo di private equity e una visione della tecnologia e del business basata sul territorio. Exprivia, che oggi è un gruppo di circa 4mila persone che spazia dalla cybersecurity al cloud, dall’IoT all’intelligenza artificiale, ha la sua sede legale a Molfetta, Puglia, dove il presidente risiede.

Favuzzi, vi siete dati un obiettivo impegnativo: raddoppiare il fatturato entro il 2026. Quali sono le principali leve su cui state lavorando per raggiungere questo traguardo?

“Stiamo perseguendo questo obiettivo con determinazione, sfruttando sia la crescita organica sia le acquisizioni strategiche. L’acquisizione di Present è stata un acceleratore significativo per noi, ma il nostro percorso di crescita non si limita a questo. Siamo concentrati sul rafforzamento delle nostre competenze interne e sull’espansione nei settori chiave in cui operiamo, come la sanità, il bancario e l’aerospazio, dove stiamo ottenendo ottimi risultati”.

Quella di Present, quest’anno, è stata l’acquisizione più grande di Exprivia da molti anni e vi ha permesso di rafforzare l’offerta infrastrutturale e di rete. Dopo un’acquisizione di queste dimensioni c’è il lavoro di integrazione. Come lo state affrontando per armonizzare culture aziendali diverse, competenze, modelli di business e di offering?

“L’integrazione con Present ha rappresentato una delle sfide più importanti della nostra storia recente. Sebbene i due gruppi avessero modelli di business complementari, non sono mancate difficoltà nel far convergere le culture aziendali e nel gestire un team più ampio, che ora conta circa 4mila persone. Present aveva una forte specializzazione nel mondo delle infrastrutture, mentre Exprivia è storicamente orientata verso le applicazioni. Tuttavia, abbiamo trovato molte sinergie tra le nostre aree di competenza, che ci hanno permesso di integrare le strutture in modo fluido, creando una combinazione di competenze che ci ha consentito di espanderci in nuovi mercati”.

A che punto siete?

“Già da quest’anno siamo riusciti a lavorare insieme in modo congiunto su progetti molto importanti, ad esempio nel settore delle utility e del banking. La parte più impegnativa è stata quella di integrare i sistemi interni e le tecnologie, ma siamo sulla buona strada. L’anno prossimo vedremo un’integrazione totale delle due strutture”.

A proposito di acquisizioni, avete in mente altre operazioni nel futuro prossimo? Se sì, quali settori state monitorando con maggiore attenzione?

“Sì, stiamo monitorando costantemente il mercato per identificare opportunità di acquisizioni strategiche. Attualmente, stiamo valutando diverse opzioni, sia in Italia sia all’estero, con un focus particolare su Spagna e Germania, che riteniamo siano mercati promettenti. L’orientamento è verso aziende che possano portarci non solo competenze specifiche, ma anche un migliore posizionamento sul mercato.

In termini di settori, ci stiamo concentrando su tecnologie emergenti come la cybersecurity e l’intelligenza artificiale, ambiti in cui siamo già attivi ma che vogliamo ulteriormente sviluppare. Oltre a queste, stiamo guardando con interesse a piccole realtà che operano in settori verticali e che potrebbero integrarsi bene nel nostro portafoglio di soluzioni”.

Dicevamo che il raddoppio del fatturato non sarà raggiunto solo con le acquisizioni. Quali sono gli altri ingredienti?

“Accanto alle acquisizioni, un altro pilastro del nostro piano di crescita è l’espansione internazionale. Sebbene l’Italia rimanga al centro della nostra strategia, guardiamo sempre di più all’Europa, in particolare alla Spagna e alla Germania, come dicevo, per aumentare la nostra presenza internazionale. Stiamo anche puntando sull’innovazione tecnologica, come l’intelligenza artificiale e il quantum computing, che sono aree in cui stiamo investendo molto per rimanere competitivi e offrire soluzioni sempre più avanzate ai nostri clienti”.

E in Italia?
“All’interno del mercato italiano puntiamo a rafforzare la nostra posizione nei settori in cui siamo già leader, come la sanità e il bancario, ma anche a esplorare nuove nicchie in crescita. La combinazione di crescita organica e acquisizioni, insieme all’internazionalizzazione, è il percorso che ci consentirà di raggiungere l’obiettivo di 400 milioni di euro entro il 2026”.

Nel 2024 Exprivia è uscita dal mercato di Borsa per poter affrontare con maggiore agilità il suo percorso di crescita. Contate di farlo da soli o state pensando a un partner finanziario?

“Sì, ci stiamo pensando. Stiamo valutando l’ingresso di un fondo di private equity che possa supportarci nella crescita. L’obiettivo è trovare un partner che investa in minoranza, consentendoci di mantenere il controllo dell’azienda. Non abbiamo fretta, stiamo imparando a conoscere bene questo segmento del mercato finanziario e certamente arriveremo a una decisione: il private equity può rappresentare uno strumento utile per accelerare il nostro sviluppo, soprattutto in vista degli obiettivi ambiziosi che ci siamo posti”.

Qual è la sua visione sul futuro delle tecnologie emergenti e su come Exprivia sta preparando il terreno per queste innovazioni?

“Nel breve periodo, il nostro focus è principalmente sui dati. L’organizzazione e la gestione dei dati sono fondamentali per costruire valore e le nostre Data Platform rappresentano un elemento centrale in questo processo. Una volta raccolti i dati in modo efficace, l’intelligenza artificiale diventa lo strumento che ci permette di creare valore reale per i nostri clienti. Nel lungo periodo, guardiamo con attenzione al quantum computing, che è ancora una tecnologia in fase di sviluppo, ma che ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui trattiamo i dati. Per questo motivo, stiamo investendo in ricerca e sviluppo e collaborando con startup e centri di ricerca per prepararci al meglio a questa rivoluzione. La combinazione di AI, Big Data e quantum computing è ciò che crediamo possa rappresentare una vera e propria leva di crescita per il futuro”.

Exprivia ha vissuto una continua evoluzione da quando, nel 2005, è nata dalla fusione di AISoftw@re e Abaco Information Services. Quali sono stati i momenti più significativi del percorso che ritiene abbiano determinato la crescita e la possibilità del balzo previsto entro il 2026?

“Exprivia è partita con l’ambizione di diventare un punto di riferimento nel mercato dei servizi IT, un settore che all’inizio era molto frammentato. La crescita si è basata sulla capacità di concentrarci su nicchie specifiche, come la sanità e il bancario, dove ci siamo affermati come leader di mercato. Un altro passo cruciale è stato il delisting dalla Borsa Italiana, che ci ha dato maggiore libertà strategica per concentrarci su acquisizioni e crescita organica. La scelta di entrare in mercati come l’aerospazio e le utility ha segnato un ulteriore passo in avanti, ampliando il nostro portafoglio di soluzioni. Ogni passo è stato fondamentale per consolidare il nostro posizionamento e preparare Exprivia per il futuro”.

Come descriverebbe il suo stile di leadership, considerando le trasformazioni digitali in corso e le sfide interne che Exprivia sta affrontando?

“Il mio stile di leadership si basa sull’ascolto e sulla valorizzazione delle persone. Credo fermamente che una leadership efficace debba saper mantenere coesa la squadra, guidandola verso obiettivi condivisi, ma allo stesso tempo lasciando spazio all’autonomia e alla crescita individuale. Nel nostro settore, in particolare, è essenziale riuscire a conciliare la visione strategica con l’implementazione operativa. Ogni cambiamento, come quello legato al lavoro agile post-Covid, comporta nuove sfide, ma ciò che conta davvero è riuscire a tenere insieme le persone e spingerle a raggiungere obiettivi che abbiano valore per l’azienda e per gli stakeholder”.

Exprivia è un esempio di come sia possibile creare e far crescere un’azienda partendo dal Sud Italia, dalla Puglia. Quanto è importante per lei mantenere il legame con il territorio, sia a livello personale che aziendale?

“Mantenere il legame con il territorio è un valore fondamentale. Vivo in Puglia e credo che questa scelta non sia solo una questione personale, ma anche professionale. La nostra sede legale è a Molfetta, una città che è anche ben posizionata dal punto di vista logistico. La Puglia offre molte opportunità, soprattutto nel campo dell’istruzione, grazie alla presenza di università di qualità. Exprivia ha sempre avuto un forte legame con il territorio e, anche se siamo un’azienda distribuita in tutto il Paese con diverse sedi, circa il 60% del nostro personale è basato qui. È un’opportunità che cerchiamo di valorizzare, creando una rete di talenti e di collaborazioni che possono arricchire ulteriormente il nostro ecosistema”.

A proposito di talenti. Come state affrontando la carenza di figure professionali specializzate, di competenze tecnologiche?

“Abbiamo sempre puntato molto sulla valorizzazione delle competenze interne, grazie anche alla collaborazione con università e istituti di ricerca che ci porta opportunità di formazione continua e di inserimento di nuovi talenti. A livello territoriale, siamo riusciti a costruire un ecosistema che favorisce la crescita professionale dei giovani laureati, soprattutto in Puglia e nelle regioni limitrofe. Inoltre Spegea, società del gruppo che abbiamo acquisito anni fa, è diventata un centro di formazione per i nostri middle manager, dove offriamo corsi di alta formazione, ma anche un programma di inserimento per i neolaureati. La formazione continua è un elemento centrale della nostra strategia, perché investire nelle persone è la chiave per affrontare le sfide di un mercato sempre più competitivo”.

Chiudiamo con un outlook sul panorama europeo delle tecnologie nei prossimi anni. Quale ruolo vede per Exprivia?

“Exprivia ha l’ambizione di diventare un punto di riferimento non solo in Italia, ma anche in Europa. Vogliamo consolidare la nostra posizione in Italia e espanderci nei mercati europei, in particolare nel Mediterraneo, dove vediamo un grande potenziale. Puntiamo a crescere in modo sostenibile, attraverso acquisizioni mirate e investimenti in tecnologia. La nostra sfida sarà quella di riuscire a competere con i grandi player europei, portando il nostro know-how in nuovi mercati e continuando a innovare per offrire soluzioni sempre più avanzate”.

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