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Cloud italiano in crescita: mercato a 8,13 miliardi, sfida aperta agli hyperscaler



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Private Cloud e soluzioni sovrane trainano la domanda, ma il dominio degli hyperscaler statunitensi resta quasi totale in Europa. I provider locali cercano di posizionarsi, mentre cresce il dibattito su competitività, filiere digitali e politiche industriali comuni

Pubblicato il 2 ott 2025



cloud italiano

Secondo i dati dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, il Cloud italiano nel 2025 segna un +20% rispetto al 2024 e raggiunge 8,13 miliardi di euro. La crescita conferma il ruolo del Cloud come infrastruttura strategica per l’economia digitale, in un contesto regolatorio e geopolitico complesso.


Strategie industriali e nuovo ecosistema digitale

Durante il convegno “Cloud tra Intelligenza Artificiale e Sovranità: strategie e politiche industriali per un nuovo ecosistema digitale”, il Politecnico di Milano ha ribadito come il Cloud sia ormai una piattaforma abilitante per l’innovazione e la competitività europea. La sfida per i provider non è solo tecnologica, ma anche industriale e politica.

Private Cloud in accelerazione

La componente più dinamica è il Private Cloud (+23%), scelto dalle imprese per il maggior controllo sui dati e la compliance normativa. A questo si affianca un’offerta in rapida espansione di soluzioni di Cloud sovrano, proposte sia da provider nazionali sia da grandi player globali che adattano i loro servizi alle esigenze europee.


Europa: dipendenza dagli hyperscaler

Il mercato del Cloud in Europa vale 112 miliardi di dollari (+20%), ma “Quasi il 90% del mercato Cloud in Europa è in mano ai grandi hyperscaler statunitensi e a provider non europei,” spiega Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio. Una concentrazione che riduce lo spazio competitivo per i provider locali e apre il tema della sovranità tecnologica.


Provider locali tra limiti e opportunità

Il 54% delle grandi organizzazioni europee segnala i limiti dei provider del continente, spesso troppo lenti nell’innovazione e nell’aggiornamento delle proprie piattaforme. Per competere servono politiche industriali comuni, filiere digitali europee e alleanze strategiche tra operatori locali e big tech internazionali, al fine di rafforzare l’ecosistema e ridurre la dipendenza.



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