Partner e sostenibilità

IBM aggrega competenze per l’innovazione, guardando alla sostenibilità ambientale



I Business Partner IBM sono chiamati alla modernizzazione delle infrastrutture e a pensare all’AI come ingrediente delle soluzioni future. Al via il Tech Innovation Challenge, una sfida per declinare in Green il futuro delle aziende

Loris Frezzato

Pubblicato il 14 Dic 2020


Fabrizio Saltalippi, Director of IBM Partner Ecosystem Italy

Le competenze e i talenti sul mercato ci sono. Vanno scovati, stimolati, valorizzati e supportati, con tecnologie abilitanti e all’interno di un ecosistema virtuoso di Tech Company votate all’innovazione, che non temono il cambiamento e che sono pronte a mettere idee e creatività come primi ingredienti nei progetti da proporre al mercato. Meglio ancora se si tratta di progetti votati alla sostenibilità. Un impegno di cui IBM si è fatta carico da tempo e su cui sta intensificando i propri sforzi e investimenti. Forte anche dei riscontri positivi avuti dal proprio Ecosystem Summit di qualche settimana fa, il primo evento tenuto in forma ibrida fisico/virtuale, dedicato all’ecosistema di canale, dove le vere protagoniste sono state proprio le storie, le idee, che sette Business Partner hanno concretizzato sulla base delle esigenze dei clienti.

«Abbiamo voluto mostrare soggetti differenti che hanno affrontato tematiche complementari tra di loro a conferma che c’è spazio per chiunque abbia una buona idea e che la sappia interpretare con le giuste tecnologie – commenta Fabrizio Saltalippi, Director of IBM Partner Ecosystem Italy -. Idee di business che diventano esperienze concrete, a dimostrazione di quanto la tecnologia possa essere d’aiuto alle imprese, se indirizzata e interpretata da chi conosce da vicino dinamiche e processi dei propri clienti».

Esaltazione delle competenze ma anche un’opera di aggregazione, quella che IBM sta portando avanti, necessaria e vincente in un mercato dove le esigenze dei clienti diventano sempre più complesse e dove è necessario intervenire con una federazione di skill e di alleanze che portino all’unico obiettivo di risolvere il più velocemente possibile i problemi dei clienti. Problemi sempre più legati alla capacità di gestione e di interpretazione dei dati.

E proprio sull’analisi, riconoscimento, interpretazione dei dati, tipico dell’Intelligenza Artificiale, e delle infrastrutture ibride in grado di sostenerle, IBM sta fondando i suoi due principali filoni di business, orientandovi il proprio messaggio di opportunità per i Business Partner.

Infrastrutture che non pongano vincoli al cloud

Infrastrutture che siano aperte, orientate al cloud e libere da ogni lock-in in modo da agevolare il più possibile quella transizione verso il cloud che tante aziende vorrebbero, o potrebbero, intraprendere nonostante gli ambienti eterogenei presenti in casa. Un percorso la cui velocità o fattibilità è inoltre spesso determinata dalle applicazioni, dalla loro realizzazione o modernizzazione per la migrazione verso nuove architetture.

Scogli che IBM è oggi in grado di superare, attraverso la piattaforma Openshift di Red Hat che consente di gestire strumenti e tecnologie di diversa provenienza in contemporanea e senza alcun vincolo, ponendosi come veri e propri integratori di piattaforme di un mondo sempre più ibrido e multicloud. Strumenti di “traduzione” o utili a creare soluzioni cloud native nell’ottica DevOPS e di container, agevolando quel processo di popolamento del cloud che può essere decisivo nelle svolte strategiche di quelle aziende ancora legate a soluzioni proprietarie e “chiuse in casa”.

Il dilagare dell’Intelligenza Artificiale nelle applicazioni

Soluzioni che nel loro processo di modernizzazione o di ripensamento, avranno al proprio interno sempre più spesso “germi” di AI, i cui benefici saranno sempre più evidenti in tutte le aree.

«Ci sono, infatti, alcuni ambiti in cui il concetto di AI è entrato prepotentemente fin dal primo momento – riprende Saltalippi -, come per esempio il risk management supportato dall’AI, utilizzato dalle banche nella concessione dei fidi, o dalle assicurazioni per decidere quanto devono costare le polizze. Oggi il passaggio che vogliamo intraprendere va ben oltre. Vogliamo, infatti, arrivare al punto di avere un “pezzetto” di Intelligenza Artificiale per ogni operazione svolta dalle applicazioni. Ossia avere un motore che sia integrato nelle applicazioni stesse e che attivi analisi e interpretazione dei dati in maniera intelligente. Su questo tema, prevediamo che entro i prossimi cinque anni tutte le applicazioni, dalla contabilità, fatturazione, al magazzino, avranno al loro interno una AI in grado di fornire una serie di suggerimenti, evitando errori e riducendo sensibilmente i costi. In grado, inoltre, di interagire in modo molto naturale con gli operatori».

Modernizzare dove (e se) conviene

Una sfida, quella della modernizzazione o ripensamento delle applicazioni in chiave cloud ed AI, che si prevede essere di enormi dimensioni. Basti pensare al grandissimo installato di applicazioni esistente tra le PMI, la cui gran parte deriva da IBM i o da As400, in uso ancora da circa 20.000 aziende. Sistemi informativi basati su applicazioni per le quali la necessità di evoluzione ormai sta diventando impellente. «Una sfida enorme per i proprietari di queste applicazioni ai quali i Business Partner tecnologici potrebbero dare un grande aiuto – sottolinea Saltalippi – integrando al proprio interno quell’ingrediente AI che farebbe la differenza per il futuro. Un percorso molto faticoso, certamente, per il quale IBM mette a disposizione il sistema, il training, l’abilitazione e il supporto. Ma devono comunque essere loro alla fine – le ISV proprietarie delle applicazioni- a decidere dove intervenire per modernizzare i loro prodotti. E capire anche dove ha senso inserire un’applicazione di questo tipo e dove non vale la pena rispetto allo sforzo che dovrebbero affrontare. Sia per loro sia per i loro clienti».

L’impegno della tecnologia verso il clima e l’ambiente

Tecnologie che puntano al cloud, all’apertura verso qualsiasi ambiente, all’automatizzazione delle operazioni e alla modernizzazione delle applicazioni, sono quindi nei piani dell’immediato futuro di IBM e dei propri partner. Ma non solo. Un ulteriore, importantissimo, elemento che entra a fare parte delle priorità strategiche nell’impronta tecnologica che IBM vuole dare al presente e al futuro è rappresentato dalla sostenibilità ambientale.

E su questo tema, IBM ha intenzione di mobilitare il proprio ecosistema di partner, invitandoli a partecipare al Tech Innovation Challenge, una vera e propria gara alle idee tecnologiche che puntino alla sostenibilità aziendale e al responsible computing.

«La vocazione di IBM non è di incubatore di startup o dedicarsi a iniziative no-profit, ma ci rendiamo conto che esistono alcuni temi che sono estremamente importanti, e uno di questi è la sostenibilità ambientale – specifica il direttore dei partner IBM -. Su questo tema IBM è da sempre presente nelle classifiche delle aziende più attente al tema Green, coniugando l’alta potenza dei nostri data center alla loro bassa emissione di inquinanti. Una sensibilità che vorremmo fosse estesa a tutti, e non solo alle grandi aziende che si occupano di supercalcolo, essendo un argomento con cui prima o poi tutti dovranno fare i conti. Anche se oggi le iniziative Green delle aziende sono guidate più che da un principio etico da uno di carattere economico, stimolate dagli incentivi statali o europei, è importante comunque che si crei e si sviluppi, come sta accadendo, una maggiore sensibilità in materia».

Tech Innovation Challenge: i temi e le tappe per partecipare

IBM mette quindi il peso del proprio brand e del ruolo di opinion maker e di leader tecnologico universalmente riconosciuto e impegnato nella social responsibility, a favore della causa, invitando i propri Business Partner ad accettare la sfida del Tech Innovation Challenge su concept di infrastruttura e di governance di hardware, software e IT atti alla riduzione di sprechi e consumi, promuovendo il consolidamento e la razionalizzazione dei dati, il loro utilizzo, controllo e ciclo di vita con attenzione all’impatto positivo che tali attività possono avere a beneficio dell’ambiente.

Le aree di interesse del concorso sono l’energia pulita, la mobilità, le città e la resilienza nell’adozione di risorse naturali. Il Challenge è aperto a tutti i Service Provider, i Business Partner, le Startup e a tutte le aziende registrate come società che abbiano una applicazione con un livello di maturità tecnologica convalidata in laboratorio (TRL 4).

La deadline definitiva per la presentazione dei progetti sarà il 29 gennaio 2021. Nel mese di febbraio avverrà la selezione dei progetti sottoposti all’attenzione della commissione e in marzo la selezione dei finalisti.

Le soluzioni dei finalisti potranno avere numerose occasioni di visibilità tra cui la possibilità di partecipare a novembre 2021 alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26) dove il governo inglese e italiano incontreranno le 193 nazioni che discuteranno di questi temi.

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