Smartphone

Google rischia di dover richiamare a casa tutti i Pixel 2 venduti



Il primo lotto dello smartphone Android in versione XL pare abbia qualche difetto nella costruzione del display che soffrirebbe del fastidioso burn-in

Paolo Longo

Pubblicato il 25 Ott 2017


Mancano ancora un paio di settimane all’arrivo in Italia del Pixel 2 XL e le cose potrebbero non andare come previsto da Google. Gli utenti internazionali, che già da qualche giorno hanno messo le mani sul dispositivo, si sono accorti di un paio di difetti non di poco conto per un dispositivo che tenta di battere la rivalità di nomi ben più blasonati, come Samsung, Apple e Huawei.

Il problema principale, stando a più di un riscontro individuato a livello globale, consiste nel fenomeno burn-in, ovvero in una persistenza dell’ombra degli elementi presenti sullo schermo quando si passa ad altre schermate. Queste sono visibili soprattutto quando lo sfondo del terminale è molto chiaro, tale da evidenziare le sagome delle ultime immagini visualizzate, anche se è passato un po’ di tempo dalla fruizione.

Non si tratta di una problematica sempre riconoscibile ma siamo comunque dinanzi a un fenomeno molto fastidioso sopratutto a fronte di un prezzo d’acquisto per nulla irrisorio, che nel nostro paese va oltre i 980 euro. A questo punto, Big G potrebbe essere costretta a richiamare a casa tutti gli esemplari venduti al primo giro, anche perché la questione non è di certo risolvibile con un aggiornamento software ma richiede un intervento hardware fisico, tale da sostituire l’OLED che sottende il touch.

Secondo Google: “Il Pixel 2 XL ha uno schermo costruito con una tecnologia POLED avanzata, che permette di ottenere una risoluzione QHD+, una profondità di colore estesa e un contrasto elevato che restituisce immagini naturali e vivide. Tutto questo è frutto di un intenso controllo qualità a cui seguono test approfonditi per ogni singolo dispositivo, così da avere il via libera per la messa in commercio. Stiamo indagando sulle unità difettose, per capire da cosa derivino le particolari rilevazioni”.

Insomma, la situazione non è quella del battery-gate del Note7 (del resto i numeri sono decisamente inferiori) ma nemmeno così semplice come sembrava solo qualche giorno fa, quando il burn-in pareva riguardare uno sparuto gruppo di smartphone, invece delle varie prove diffuse in rete nelle ultime ore, anche su Twitter. Il tutto potrebbe rientrare con un nuovo lotto di telefonini, privi del difetto, gli stessi che dovrebbero arrivare da noi entro metà novembre.

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