Strategie

«Datemi un dato e vi porterò nel futuro», la scommessa di Commvault



Gestire l’esplosione di dati in corso, metterla al servizio del business… il tutto attraverso una rete di partner ad alto valore aggiunto. La multinazionale americana rilancia la sua sfida per voce di Ron Miiller, Senior Vice President Worldwide Sales recentemente in visita in Italia, paese che sta crescendo sensibilmente

Marco Maria Lorusso

Pubblicato il 18 Gen 2017


Ron Miller, Commvault
Ron Miller, Commvault

«In questo momento, solo su Amazon Web Services e Microsoft Azure i nostri clienti  hanno memorizzato 35 petabyte di dati. Un ammontare superiore a quello generato con le soluzioni di qualsiasi altro vendor…». Diretto e concreto Ron Miilller, Senior Vice President Worldwide Sales di CommVault in visita in Italia nelle scorse settimane, dipinge così l’esplosione di dati digitali in atto e la sfida enorme che questa società ha da tempo deciso di accettare: «Puntiamo dritto sulla Digital Transformation e sul Data Management. Il dato aziendale è un asset fondamentale per guardare con fiducia al futuro. Questo – spiega Miller – vuol dire che oggi i dati e le applicazioni possono trovarsi in server legacy o virtuali, in un private cloud OpenStack, in sistemi hyperconverged o in containers. Il nostro compito, il ruolo scelto dalla nostra società è quello di essere al fianco delle aziende nell’affrontare e gestire i dati in tutti questi ambienti e trarne valore di business».

Una sfida che si concretizza in una strategia tecnologia che punta forte su elementi chiave e precisi come gestione dei workload, flessibilità, scalabilità e backup. «Oggi i workload sono giunti a toccare ritmi senza precedenti. Per affrontarli mettiamo in campo una suite che ha come motore elementi decisivi come: agility, availability, backup e costi. I big data sono infatti una parola meravigliosa, ma che nasconde costi potenzialmente esponenziali. Con i dati che crescono a dismisura infatti, in assenza di una gestione corretta, aumenta la complessità dei sistemi, il costo del loro controllo, aumenta anche la vulnerabilità dell’infrastruttura e, ovviamente, diminuiscono le possibilità di trarre beneficio da questa massa di informazioni di ogni forma e dimensione. Per questo CommVault intende aiutare i clienti a gestire ambienti complessi, aumentando la protezione e diminuendo i costi».

Un’eccellenza italiana prima ed europea poi

Rodolfo Falcone, Commvault

La presenza di Miiller nel nostro Paese non è comunque casuale, proprio in Italia CommVault ha messo a segno una progressione molto importante ed evidente sul mercato, una progressione frutto di una strategia di canale molto precisa e lineare e frutto dell’abilità di un manager come Rodolfo Falcone che, proprio lo scorso anno, è stato nominato, oltre che guida della filiale italiana, anche Area Vice President per la Regione South Emea di Commvault. «Commvault ha una grossa differenza rispetto alla concorrenza: il nostro focus, al di là del semplice backup, che lo diamo abbastanza per scontato, è il Data Information management. Ovvero non si tratta più di “dove mettere i dati”. Il problema, piuttosto, è come riconoscerli e utilizzarli. I dati sono prodotti tutti i giorni in quantità imponenti. Per questo vanno gestiti in maniera veloce, semplice e affidabile, in una modalità che consenta di leggerli, capirli e poterli utilizzare. Così da poter restituire informazioni a tutti gli stakeholder della mia azienda e a tutte le varie divisioni. Faccio un esempio facile: il backup è come prendere 20 bottiglie di Coca-cola è metterle in un cassetto. Commvault, al contrario, conosce la ricetta della Coca-Cola, ovvero sa cosa c’è dentro» .

Dal canale alla PA al cloud, le chiavi di volta del successo

All’origine della progressione, italiana, di Commvault ci sono elementi molo chiari e precisi, come detto. Su tutti una politica commerciale che punta forte sull’indiretta e sulla fiducia nel valore, come spiega Elena Ferrari, Channel sales Director South Emea di Commvault. «Noi – racconta la giovane manager – mettiamo a disposizione dei partner tutta la nostra azienda: vale a dire sia tutta la nostra parte tecnica che commerciale, che sono le armi che abbiamo per lavorare sul mercato nel modo corretto. Abbiamo sicuramente un programma di canale, degli incentivi e altro ancora. Ma quello che ci contraddistingue – e che i partner ci riconoscono – è la disponibilità a lavorare insieme. Questo ci ha consentito negli anni di costruire i giusti piani e il giusto approccio per ottenere dei risultati».

Una fiducia e un valore che hanno trovato riscontro diretto sul mercato con riconoscimenti decisivi come l’Importante collaborazione avviata con la Pubblica Amministrazione e in particolare con Consip per la fornitura di back up as a service.

«Non solo – racconta Vincenzo Costantino, technical services manager Italy di Commvault – procede con ottimi risultati anche la nostra collaborazione con i più importanti Public Cloud Provider internazionali (tra cui Amazon e Microsoft Azure) e anche con le più importanti realtà cloud italiane. La nostra soluzione di back up as a service, disaster recovery nel cloud e archiviazione nel cloud è infatti perfetta per i service provider, si integra in maniera naturale con la loro offerta e la loro infrastruttura e genera opportunità di business senza precedenti».

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