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VEM Sistemi ingaggia l’AI affinchè l’innovazione diventi rivoluzione



Al VEM Forward 2020 il system integrator guarda avanti. E davanti vede l’AI, che vuole sdoganare dall’ambito teorico per concretizzare progetti di innovazione stimolando la creazione di un ecosistema

Loris Frezzato

Pubblicato il 31 Ott 2019


Guarda a quel che potrà venire domani VEM Sistemi, quello che le nuove tecnologie basate sulle reti intelligenti, l’impiego dell’Intelligenza Artificiale e le implicazioni dell’IoT in ambito industriale possono portare con sé, in una visione di possibili, enormi, potenzialità future di sviluppo di business. Guarda al domani ma con lo sguardo e i piedi ben piantati nel presente, un presente fatto di concreto supporto all’innovazione digitale dei propri clienti basato sulle infrastrutture, abilitanti il progresso. E se il domani è sempre più vicino, il system integrator di Forlì ha deciso di dare risalto alle potenzialità dell’AI nell’edizione di quest’anno del proprio VEM Forward 2020, l’evento tradizionale rivolto ai propri clienti, già dal nome un passo avanti con i tempi.

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Stefano Bossi, amministratore delegato di VEM Sistemi

Un rinascimento digitale da un ecosistema di nuove tecnologie che cooperano

«L’AI è destinato a essere parte di un ecosistema, dove la tecnologia amplia le capacità umane, migliorando nel contempo alcuni paradigmi per la competitività, dando il via a un nuovo ambito digitale per un nuovo rinascimento. Un rinascimento digitale» ha esordito l’amministratore delegato di VEM Sistemi, Stefano Bossi. Che prosegue: «Si abilita una nuova era digitale che somma al substrato IT nuove tecnologie complementari, quali IoT e sensoristica, logical ERP, open Internet platform, content and data analisys. Tecnologie che lavorano in sinergia tra di loro, moltiplicando le reciproche potenzialità grazie alle enormi quantità di dati che possono, insieme, generare e analizzare, in real time, grazie al drastico abbattimento delle latenze».

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(vedi anche: Sviluppatori IoT: system integrator che guardano oltre l’IT)

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Agostino Santoni, country manager di Cisco Italia

La rete diventa intelligente e sicura

Reti di nuova generazione che tenderanno ad autoprogrammarsi, ripararsi, proteggersi, dove l’AI incontra anche la cybersecurity. E parlando di reti, e di reti di nuova generazione, il riferimento più diretto va a Cisco, tra i main partner di VEM Sistemi in vari ambiti d’applicazione, dalla gestione delle filiere dell’Industry 4.0 alle soluzioni collaboration e di smart building mostrate nella Demo area dell’evento.

«Siamo in un momento di cambiamento, non solo della tecnologia – interviene Agostino Santoni, country manager di Cisco Italia -, cambia anche il modo di interfacciarsi con i partner. Oggi viviamo nella subscription economy. Fino a poco tempo fa il modello di business era relativamente semplice: produrre e vendere tanto per ottimizzare i costi e aumentare le marginalità. Ora il prodotto è sostituito dal servizio, ossia dall’utilizzo delle nostre tecnologie. E questo modello sta cambiando anche il modo in cui Cisco fa innovazione, concentrandosi su piattaforme che devono essere semplici, aperte, programmabili e sicure».

Questi, quindi, i paradigmi che guidano le soluzioni di rete Cisco: semplici per gli amministratori, aperte a tutte le piattaforme, programmabili piuttosto che configurabili e, ovviamente, sicure, perché dalla sicurezza non si prescinde. Da qui l’esigenza, l’idea, di ripensare la rete, sulla spinta del 5 G e delle nuove tecnologie, che chiedono e offrono altre potenzialità. Un ripensamento che va addirittura a un nuovo concetto di Internet, l’Internet del futuro.

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Rita Cucchiara, direttore laboratorio nazionale CINI AIIS Artificial Intelligence and Intelligent Systems

L’AI esce dai laboratori universitari e scatena la nuova rivoluzione industriale

Attendiamoci l’arrivo di un cambio radicale, dunque. A una rivoluzione dei modelli che uscirà dal teorico per calarsi nel concreto, accelerata dall’intervento dell’Artificial Intelligence.

«Dall’ambito della ricerca si passa alla risoluzione dei problemi grazie all’AI – osserva Rita Cucchiara, direttore laboratorio nazionale CINI AIIS Artificial Intelligence and Intelligent Systems, intervenuta all’evento -. Un processo che ha le connotazioni di una vera e propria rivoluzione: quando le soluzioni fanno qualcosa per le società si parla di innovazione, e se questa è disruptive, allora si parla di rivoluzione. E l’AI rappresenta il cuore della nuova, la quarta, rivoluzione industriale».

Un impatto non da poco secondo Mc Kinsey, che calcola come entro il 2030 si prevede un contributo dell’AI del 16% alla crescita del PIL mondiale, considerando l’indotto fatto di piattaforme, infrastrutture, chip, hardware in generale e servizi di AI as a Service. Ma segnala anche che solo il 4% delle aziende stanno oggi investendo intorno all’AI. Di buono c’è che si parla di aziende, e non solo di Università.

Algoritmi sfruttati in settori disparati

«L’AI non è teoria, ma sono sistemi che devono attivare un comportamento intelligente, che devono interagire con l’ambiente che li circonda e agire di conseguenza, con un certo grado di autonomia e per scopi precisi – ribadisce Cucchiara -. Gli investimenti su AI al momento sono soprattutto concentrati sul machine learning, ma si stanno via via estendendo anche alla computer vision, dove viene coinvolta una pletora di tecnologie interconnesse, dal riconoscimento del parlato, alla robotica cognitiva. Per questo si è creato un network di 47 tra Università e laboratori, per unificare dei progetti di AI in collaborazione con aziende e governi».

Gli algoritmi vengono, infatti, sfruttati ormai negli ambiti più disparati, dalla guida, alla sicurezza, alla medicina, le assicurazioni, fino al mondo commerciale per applicazioni di visual intelligence. Ma sono alla base di progetti di robotica, nella manutenzione predittiva e nello sport, nel design, nella produzione di farmaci e per l’analisi del traffico oltre che nell’Industria 4.0.

InnoVemmers e studenti insieme per contaminarsi e cambiare le regole

Ambiti talmente vasti dove l’interazione con l’AI creerà nuovi lavori, e nuovi business. Ma ci vuole entusiasmo. Soprattutto da parte delle aziende, che devono imparare a fare ecosistema tra di loro e con chi sta sviluppando nuovo skill, per un obiettivo comune, che è l’innovazione digitale delle imprese, del mercato, del Paese.

VEM Sistemi fa la sua parte, e Marco Bubani, che ne è il direttore innovazione spiega come: «La rivoluzione la fanno i ribelli, che hanno il coraggio di mettere in discussione lo stato dell’arte. Per questo VEM Sistemi vuole coinvolgere soggetti che vedano la realtà in modo diverso, e assecondarne l’atteggiamento, mettendoli in contatto con la realtà tecnologica e del mercato per creare un nuovo modo di fruire i prodotti. Anche a quei prodotti che sono eccellenza nel mondo,  possiamo aggiungere una sorta di layer digitale che ancora non esiste, e di applicarla anche all’impensabile, per creare nuove esperienze d’uso. All’interno di VEM Sistemi supportiamo i talenti con un modello di Think Design Challenge, dove i nostri innovatori, gli “InnoVemmers”, condividono per alcuni giorni esperienze e idee con un gruppo con studenti per lavorare in team su idee innovative, attualmente concentrate sul modern workspace».

Il digital workspace nella nuova sede di VEM Sistemi. Un centro d’eccellenza per la regione

Temi che VEM Sistemi, prima ancora di proporli ai clienti, intende sperimentare in prima persona, ponendosi come use case per il mercato di riferimento. È infatti in fase di ultimazione la nuova sede del system integrator, 10.000 metri quadri di spazi, vicino al casello autostradale di Forlì, ideati nella logica dello smart building e del digital workplace, di cui 5.000 mq di uffici e 450 mq destinati a un’expo innovation center, con centro ricerca interno e area demo per le tecnologie.

«Perché l’innovazione e le idee devono avere la concretezza di essere scaricate a terra e iniziare a creare un circolo virtuoso che dia entusiasmo alle realtà locali per sentirsi coinvolte in un ecosistema votato all’innovazione – afferma Bossi -. Ora anche l’Emilia Romagna potrà avere un proprio centro di eccellenza digitale, dove possiamo mostrare delle referenze concrete, che riguardano ormai vari mercati, in ambito food and cleaning, biomedicale, luxury e fashion. Le potenzialità stanno crescendo: i dati si aprono al cloud e sono integrabili e condivisibili e si apre un’epoca che dal pionieristico sta andando verso la sensibilizzazione del mercato, con aziende che via via stanno diventando consapevoli».

Innovazione sì. Ma anche crescita costante da infrastruttura e security

Un’energia per l’innovazione che VEM Sistemi sta facendo emergere al suo interno, soprattutto per crescita endogena, ma che gode anche della dote di MyDev, acquisita nel 2015, su ci si concentrano gli investimenti in ambito edge e sviluppo da API, e di Certego, fondata nel 2013 e focalizzata sulla cybersecurity.

Per un totale di 265 persone su più sedi e un fatturato 2019 che si prevede in crescita rispetto al 2018, che Bossi indica in «oltre i 50 milioni di euro, di cui 20 derivanti dai servizi. Di questi, 12 milioni sono ascrivibili a servizi gestiti e ricorrenti. La crescita a fine anno ci sarà e molto probabilmente sarà a due digit, con performance molto interessanti soprattutto sull’area Data Center e infrastruttura, oltre alla Security. Altri ambiti che stanno dando ottime soddisfazioni sono poi la collaboration e il networking tradizionale».

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