Digital Transformation

All’IT Forum le tante sfaccettature della Digital Transformation

Grandangolo riunisce nel suo tradizionale IT Forum alcune aziende a cui è stata chiesto una interpretazione di Digital Transformation

Pubblicato il 13 Dic 2018

Loris Frezzato

Digital Transformation

Di Digital Transformation si sente parlare ovunque e da chiunque, dai politici, ai vendor di tecnologie, alle aziende di qualsiasi dimensione e settore, in TV e sui media specializzati. Come al solito, in presenza di una sovraesposizione del tema, bisogna iniziare a insospettirsi e chiedersi se si tratta dell’ennesimo refrain marketing o di reale e concretizzabile strada da percorrere per ottenere vantaggi competitivi in un mondo che sta rapidamente cambiando le proprie logiche di mercato.

Gartner calcola, infatti, che solo il 7% delle aziende sta effettivamente intrapreso un percorso di Digital Transformation, e la bassa percentuale sta nell’interpretazione del termine transformation: le aziende stanno sfruttando la leva del digitale per cambiare i loro processi oppure soltanto il loro business? Il rischio è che non si siano pienamente colte le opportunità derivanti dalla trasformazione digitale, anche perché spesso nelle aziende mancano gli adeguati skill digitali per comprenderne il linguaggio o si viaggia a velocità diverse proprio all’interno della stessa azienda, con i nativi digitali che stanno entrando nel mondo lavorativo e diventando colleghi di quei “migranti” digitali, i quali devono radicalmente cambiare la propria visione.

Ma la Digital Transformation, embrionale o avanzata che sia, è comunque in atto, anche perché le prospettive sono allettanti: gli analisti, infatti, misurano che i mercati digitalizzati viaggiano 7 volte più veloci rispetto ai tradizionali.

Su questi temi la società di comunicazione Grandangolo ha chiamato a confrontarsi alcuni vendor IT, per una definizione e interpretazione della Digital Transformation, ognuno nel suo ambito, sia in termini di opportunità, sia di nuove problematiche che la digitalizzazione porta inevitabilmente con sè, come il tema della sicurezza IT, fondamentale in un ambiente che tende al full digital.

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Mauro Ballerini, area vice president southern Europe & Africa di A10 Networks

A10 Networks – Migrazione in cloud, digitalizzare ma in maniera sicura

La Digital Transformation passa, anzi, inizia dal Cloud, e il percorso obbligato parte dalla migrazione delle applicazioni dall’infrastruttura on premise a quella che risiede sulle nuvole. Ma le remore dell’approccio al cloud persistono ancora tra le aziende, complice l’incertezza riguardo gli aspetti della sicurezza. E proprio la sicurezza e l’alta disponibilità delle applicazioni in cloud sono il focus di A10 Networks «Operiamo nel mercato della sicurezza e dell’analytics configuration automation e secure application services – spiega Gunter Reiss, vice president worldwide marketing e business development di A10 Networks -, andando dalla sicurezza pura alla application delivery, attraverso automazioni che sfruttano il machine learning e l’AI, in un contesto di API aperte. Una sicurezza che ora abbraccia anche il multicloud in logica di multi service security e app networking, per una gestione centralizzata della sicurezza tra le varie forme di cloud concesse proprio dal multicloud».

«Più piccole sono le aziende e più difficilmente adottano il cloud – fa eco Mauro Ballerini, area vice president southern Europe & Africa di A10 Networks -. Molte di loro sono innovative ma gli manca la cultura del cloud. Il salto verso il cloud spesso viene richiesto senza un percorso di transizione, e le aziende sono riluttanti a farlo. Mentre fare il passaggio gradatamente e in maniera controllata è interessante, e A10 Networks può venire loro in aiuto, adottando cloud e multicloud, nelle varie forme e in maniera sicura grazie alle nuove features del nostro Thunder Application Delivery Controller».

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Fulvio Generoso, business development manager per l’Italia di Arcserve

Arcserve – La trasformazione digitale rende prioritaria la salvaguardia del dato

Al tema della sicurezza nella trasformazione digitale ha fatto riferimento anche Fulvio Generoso, business development manager per l’Italia di Arcserve: «Le aziende si riempiono la bocca di Digital Transformation, ma non sempre sanno di cosa si parla. La Digital Transformation, infatti, impone vincoli di dinamicità, flessibilità e velocità, i quali vanno comunque tenuti sotto controllo per poter proteggere il dato, che rimane il cuore dell’azienda. L’innovazione digitale ha impattato soprattutto sull’infrastruttura, coinvolgendo cloud, ipeconvergenza e ambienti legacy, tutti chiamati a muoversi  verso la Digital Transformation. Ma è un ambiente a cui si deve arrivare in maniera graduale, e con i giusti strumenti di sicurezza, non basta traslocare le applicazioni, ma bisogna adottare una adeguata strategia di backup and recovery».

Arcserve consente di modellare la protezione dati secondo le esigenze dei clienti, nel contesto del cloud, con backup diretto in cloud per esempio, con Arcserve UDP Cloud Direct, che non richiede il supporto dell’infrastruttura on premise. Con l’obiettivo di un vero e proprio backup as a service e fruibile in ambienti on e off premises, in maniera semplice e scalabile, con velocità di restore e possibilità di dare alti livelli di servizio, garantiti sui tempi. Sempre nell’ottica del restore immediato, il vendor inoltre dispone di Arcserve Business Continuity Cloud, una soluzione integrata in cloud che ripristina l’accesso ai dati, ai sistemi e alle applicazioni mediante IaaS e SaaS.

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Roberto Branz, direttore divisione Security & Cloud di Arrow ECS Italia

Arrow ECS – Agilità delle infrastrutture IT, l’obiettivo della Digital Transformation

La Digital Transformation porta con sé un confronto culturale. Fermo restando che oggi i dati valgono più dei soldi in azienda si iniziano a trovare due fronti opposti nella strategia di gestione di questi dati. Da un lato i manager attuali che non vogliono rinunciare a possedere qualcosa di fisico, mentre i giovani, al contrario, non vogliono possedere nulla. Una questione culturale, certo, dove il cloud può avere un ruolo importante. «Chi vuole fare business, oggi, deve mettersi nell’ottica di cambiare il proprio modello – commentano Stefano Rossini, direttore divisione Network & Infrastructure e Roberto Branz, direttore divisione Security & Cloud di Arrow ECS Italia -. Sono molti i vendor che si stanno muovendo in direzione cloud, e noi come distributore cerchiamo di agevolare l’accesso alle loro soluzioni attraverso Arrow Sphere, una piattaforma che funge da aggregatore di Cloud, con 50 brand che comprendono tutte le piattaforme disponibili. Con Arrow che con la sua presenza internazionale svolge un ruolo di “educatore” nei confronti dei cloud provider, dissuadendoli dalla tentazione di bypassare il canale ma proponendo best practice per rapportarsi al meglio con il canale. Sull’altro fronte, invece, il nostro sforzo è volto ad aiutare l’ecosistema dei partner a creare gli skill necessari per affrontare la Digital Transformation, accompagnandoli nell’intero percorso».

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Roberto Vicenzi, vicepresidente di Centro Computer

Centro Computer – La logica dell’as a service velocizza il processo di Trasformazione Digitale

Sul fatto che la chiave per accedere al Cloud sia la cultura, è fermamente convinto anche Roberto Vicenzi, vicepresidente di Centro Computer, system integrator con sede a Cento, in provincia di Ferrara, e altri 6 uffici sparsi per la Penisola, che quest’anno compie 35 anni di attività. «La Digital Transformation è più cultura che tecnologia – ribadisce -. Significa adottare nuovi modelli di business che si basino sui servizi di collaborazione, con canoni annuali e quindi con diretto impatto sui costi operativi. Per questo motivo stiamo investendo sulla formazione del nostro personale, sia sulla parte tecnologica sia su quella culturale, per imparare a lavorare in team sia internamente sia fuori dall’azienda. Perché la Digital Transformation impone di lavorare in team. Il cloud per noi è diventato un mantra, anche se non sono ancora moltissimi i clienti che lo stanno adottando appieno. Ma siamo convinti che sempre più spesso i clienti andranno verso un servizio a canone e questo ci consente di parlare sempre più spesso anche di IOT e di AI. Temi che sono presenti nei brand con cui collaboriamo e che vanno trasferiti con competenza ai clienti».

Centro Computer organizza il proprio business in diverse business unit, tra cui: Cloud, Software Defined Data Center, Networking & Sicurezza, Data Security e Unified Communication. Cui si aggiungono i servizi di Fleet Management, Mobility Management, Print Management e Digital Signage Management, tutti questi ultimi erogati attraverso un software in cloud, pagando un canone annuale per i servizi fruiti.

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Emilio Turani, Managing Director per Italia, Spagna, Portogallo e Central Eastern Europe di Qualys

Qualys – Scoprire le vulnerabilità per sbloccare la Digital Transformation

Digitalizzare va bene. Ma la trasposizione in digitale insieme ai noti e mai abbastanza enfatizzati benefici, porta con sé, ovviamente, il pericolo di attacchi. Digitali anche loro. Da qui, l’importanza crescente che la sicurezza assume nei processi di trasformazione e innovazione, necessari a garantire le aziende che stanno intraprendendo la migrazione in cloud di infrastrutture, applicazioni e dati. È questo il campo d’azione di Qualys, azienda nata a San Francisco alla fine degli anni 90, con focus sul vulnerability management.

«Offriamo servizi cloud based per security e compliance – spiega Emilio Turani, Managing Director per Italia, Spagna, Portogallo e Central Eastern Europe di Qualys -, attraverso una soluzione in cloud sia pubblico, sia on premise per il private cloud. Oggi, infatti, è importante lasciare alle aziende la scelta dell’infrastruttura su cui appoggiarsi, avendo a che fare con ambienti sempre più eterogenei, con i clienti che devono non solo capire cosa è vulnerabile, ma anche di godere il massimo della scalabilità. Ma è necessario valutarne le vulnerabilità. Anche considerando l’integrazione con i sistemi esistenti e l’orchestrazione richiesta. In questo contesto, la nostra soluzione diventa un fattore abilitante per il funzionamento, effettuando vulnerability management per mettere al sicuro i dati». Quei dati che sono gli stessi a essere guardati dall’IT e dagli altri staff, di sicurezza, di compliance. L’importante è tenere sotto controllo gli aspetti della sicurezza. In questo ambito, la Qualys Cloud Platform gestisce le vulnerabilità, la conformità alle policy, il monitoraggio dei file e della loro integrità d effettua la scansione delle applicazioni Web, classificando, identificando e monitorando i device, gli endpoint in generale e le reti aziendali.

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Fabrizio Cirillo, Senior channel sales manager di SonicWall Italia

SonicWall – In difesa del nuovo perimetro aziendale

Sempre sul fronte della sicurezza, è anche l’impegno di SonicWall, che adatta le politiche di protezione alla feroce evoluzione che sta interessando le infrastrutture IT, che con la trasformazione digitale hanno perimetri sempre meno definiti.

«Nei suoi 25 anni di vita, SonicWall nasce come indipendente, per poi, dal 2012, passare alcuni anni all’interno di Dell e tornare nel 2016 a essere indipendente – riepiloga Fabrizio Cirillo, Senior channel sales manager di SonicWall Italia -, con un’offerta di tecnologie abilitanti a progetti e servizi per la sicurezza che deleghiamo ai nostri partner. Si tratta di tecnologie per la sicurezza perimetrale o, meglio, di next generation firewall, ossia firewall con software evoluto, in grado di effettuare analisi di contesto e di carattere applicativo. Non solo un “muro” quindi, ma una vera intelligenza applicata al traffico. Un approcio al tema sicurezza attraverso soluzioni solide e affidabili, anche grazie all’assenza storica dell’hard disk, evitando così instabilità di sistemi e con un sistema operativo che è stato sviluppato solo per fare l’analisi di rete, il che va a tutto vantaggio dell’efficacia, soprattutto per le analisi del traffico crittografato. Un’offerta sulla quale abbiamo clienti molto fidelizzati, ma vogliamo comunque farci conoscere meglio dal mercato, per farci percepire come fornitori di tecnologia che dal firewall sta evolvendo verso la gestione dei dati all’interno delle aziende». Il target elettivo sono lo Small and Medium Business, ma ora il vendor tende ad approcciare anche aziende di livello enterprise grazie all’adeguamento della propria offerta di sicurezza in declinazione cloud.

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Marco Bossi, managing director di Talentia Software

Talentia Software – La collaborazione come leva per modelli organizzativi innovativi

La Digital Transformation, dicevamo, è tale solo se riesce a impattare nel profondo l’organizzazione aziendale. E Talentia Software porta il proprio contributo attraverso le propèrie soluzioni, tra cui Talentia HCM (Human Capital Management), che intende venire incontro alle aziende che hanno necessità di gestire in maniera scalabile e modulabile i processi di Human Resources, Talentia FP (Financial Performance) per l’analisi e la pianificazione degli dati economici e finanziari delle aziende con funzionalità analitiche.

«Siamo una multinazionale francese, con un parco di ben 3.600 clienti, che da oltre 30 anni è presente anche in italia – afferma Marco Bossi, managing director di Talentia Software -, operando sul target delle aziende del midmarket. Si tratta di imprese che spesso sono caratterizzate da una certa complessità organizzativa, sulle quali interveniamo con un modello di business in continua evoluzione che stiamo orientando alla digitalizzazione, che affrontiamo con un’offerta cloud ma in maniera graduale. Prima con un passaggio che prevede l’uso dell’applicazione con un modello a licenza per poi accompagnarli gradatamente verso il cloud e un modello più propriamente as a service».

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Stefano Mozzato, country manager italia di Vertiv

Vertiv – L’infrastruttura che gestisce l’edge, porta dritti all’innovazione

Gestire centralmente quanto accade perifericamente. È una delle sfide dell’Internet of Things, che raccoglie i dati erogati dalla sensoristica di oggetti periferici e li trasmette al centro, più o meno pre-elaborati, per la loro analisi e gestione intelligente all’interno di progetti che vedono interazione di informazioni e risposte conseguenti. È proprio Digital Transformation quindi. Ma perché tale processo possa rispondere alle esigenze di velocità e rispondere alle query in quasi real time, sono necessarie infrastrutture adeguate e correttamente alimentate, con possibilità di gestione centrale o di monitoraggio da remoto. «Condizione indispensabile per gestire l’edge, cui Vertiv risponde con VR Rack e Geist rPDU – dichiara Stefano Mozzato, country manager italia di Vertiv -. La prima è una soluzione che si declina in 8 modelli che hanno una profondità utilizzabile di 2,5 pollici maggiore rispetto ai modelli di rack tradizionali, agevolando di fatto installazione e manutenzione. I modelli Geist rPDU invece comprendono dispositivi basic o con monitor e interruttore, i quali possono controllare la potenza d’ingresso delle singole prese».

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