Lo sviluppo del Mezzogiorno sta vivendo una fase di accelerazione che trova nell’energia uno dei suoi principali fattori abilitanti. Le analisi e i dati condivisi da Nicola Monti, amministratore delegato di Edison, nel corso del 4° Forum Verso Sud 2025, offrono una lettura dettagliata dell’evoluzione in corso e delle prospettive legate agli investimenti energetici nel Sud Italia, destinati a ridefinire il ruolo dell’area nel sistema industriale e nel più ampio scacchiere mediterraneo.
Secondo Monti, gli interventi previsti fino al 2030 rappresentano una leva capace di incidere sulla crescita, sull’occupazione e sulla competitività del Paese.
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Crescita economica e ruolo dell’energia nel Mezzogiorno
Negli ultimi anni il Sud ha mostrato un dinamismo superiore alla media nazionale, con una crescita del PIL che ha registrato due punti percentuali in più rispetto al resto del Paese, un dato richiamato da Monti sulla base di stime condivise durante il Forum.
Tra il 2019 e il 2024 l’area ha generato oltre 400mila nuovi posti di lavoro, pari al 50% dell’intera crescita occupazionale italiana nello stesso periodo. Si tratta di un trend che, secondo il manager, è già in parte sostenuto dall’avanzare dei grandi investimenti associati alla transizione energetica.
Il Sud dispone infatti di condizioni naturali e infrastrutturali che lo rendono centrale nel percorso di decarbonizzazione nazionale: maggiore disponibilità di irraggiamento solare, ampie zone costiere e bacini idrici costituiscono un patrimonio strategico per lo sviluppo di impianti energetici e per la realizzazione di nuove infrastrutture di rete.
La combinazione tra risorse geografiche, interventi programmati e trasformazioni industriali in atto rafforza la capacità dell’area di attrarre investimenti e generare valore nel lungo periodo.
Investimenti per 100 miliardi entro il 2030: la dimensione della trasformazione energetica
Secondo Monti, la stima degli investimenti energetici nel Sud Italia programmati tra il 2024 e il 2030 per raggiungere gli obiettivi fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) sfiora i 100 miliardi di euro. Una parte significativa di queste risorse riguarda lo sviluppo delle rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico, rese più competitive da condizioni climatiche favorevoli.
L’espansione delle fonti rinnovabili richiede però un adeguamento complessivo dell’infrastruttura elettrica. Monti sottolinea che «inserire in un sistema energetico tante fonti piccole, distribuite, interrompibili richiede una complessità e quindi uno sforzo di pianificazione molto importante».
Per questo motivo la transizione non può limitarsi alla produzione: occorre intervenire parallelamente sulle reti di trasporto e distribuzione e sugli accumuli, indispensabili per garantire stabilità al sistema.
Gli accumuli elettrici, ricorda Monti, possono essere realizzati attraverso batterie o sistemi di pompaggio idroelettrico. Proprio su questo fronte emergono alcune delle opportunità più interessanti per il Mezzogiorno, che dispone di un patrimonio di 150 bacini irrigui spesso sottoutilizzati, gestiti da consorzi pubblici e potenzialmente convertibili in infrastrutture per l’idroelettrico e il pompaggio.
Dalla filiera globale alla filiera domestica: ricadute industriali degli investimenti
Una parte dell’intervento di Monti è dedicata al tema della filiera industriale. La realizzazione degli impianti rinnovabili, osserva il manager, comporta oggi una forte dipendenza dall’importazione di macchinari e componenti, soprattutto dalla Cina, nel caso di batterie e pannelli fotovoltaici.
Tuttavia, la portata degli investimenti previsti offre l’occasione per generare ricadute industriali domestiche, valorizzando competenze e capacità produttive italiane ed europee.
Il caso citato da Monti riguarda l’impianto di pompaggio di Villa Rosa, in Sicilia, dove Edison sta lavorando alla riqualificazione di un bacino esistente. Il progetto prevede un aumento di quattro volte della capacità di invaso e la creazione di un sistema integrato con un bacino superiore per realizzare un impianto di accumulo. Interventi di questo tipo non solo contribuiscono alla stabilità della rete, ma permettono anche di attivare filiere locali legate a opere civili ed elettromeccaniche, settori nei quali l’Italia ha una tradizione consolidata.
Gas, Mediterraneo e interconnessioni: il sistema energetico visto dal Sud
Il Mezzogiorno gioca un ruolo chiave anche sul fronte del gas naturale, risorsa che continua a rappresentare un elemento essenziale nella sicurezza del sistema energetico nazionale. Il Sud è infatti una piattaforma di ingresso per i flussi provenienti da Algeria, Libia e Azerbaijan. Monti ricorda come l’Algeria sia stata «il Paese che ci ha maggiormente aiutato quando si è avviato il conflitto russo-ucraino», consentendo all’Italia di sostituire una parte significativa delle forniture russe.
Questo ruolo può evolversi ulteriormente attraverso il potenziamento delle infrastrutture esistenti. Le condotte che oggi trasportano gas potrebbero in futuro essere utilizzate anche per l’idrogeno, contribuendo alla diversificazione delle fonti e alla costruzione di un sistema più resiliente.
Parallelamente, anche le interconnessioni elettriche stanno vivendo una fase di rinnovata attenzione. Terna, ricorda Monti, sta portando avanti progetti come il cavo tra Italia e Tunisia, insieme a nuovi collegamenti con le isole e con l’area del Mediterraneo orientale, che presenta importanti asset energetici ancora poco integrati con il resto dell’Europa.
Decarbonizzazione dei trasporti e GNL: il Mediterraneo come area strategica
Un’ulteriore area di intervento riguarda la decarbonizzazione dei trasporti, in particolare quelli marittimi, fondamentali per un’area come il Mediterraneo. Le tecnologie basate su batterie non sono ancora adeguate a rispondere alle esigenze delle lunghe percorrenze, e per questo motivo l’industria sta puntando sul Gas Naturale Liquefatto (GNL) come soluzione immediatamente disponibile.
Monti sottolinea che il GNL consente di abbattere tutte le emissioni di particolato e di ridurre tra il 20 e il 25% le emissioni di CO₂ nei trasporti pesanti. Edison sta lavorando a un investimento nel Sud mirato alla realizzazione di un deposito costiero di GNL, pensato come piattaforma per il bunkeraggio marittimo.
L’obiettivo è contribuire a rendere il Mediterraneo un’area più sostenibile nelle rotte commerciali internazionali, pur mantenendo livelli competitivi per gli operatori.
Competitività europea e costo dell’energia: una sfida ancora aperta
La transizione energetica europea procede lungo direttrici definite, ma presenta anche alcune criticità, soprattutto in termini di competitività. Monti evidenzia che le politiche di decarbonizzazione avviate dall’Unione Europea hanno prodotto un costo dell’energia più alto rispetto a economie come quella statunitense e cinese, dove l’uso di combustibili ad alto contenuto di emissioni non è soggetto agli stessi oneri.
La riduzione di questo differenziale è considerata un punto chiave per sostenere l’industria europea. Secondo Monti, l’obiettivo è proseguire nel percorso virtuoso della decarbonizzazione, lavorando però per contenere il divario di prezzo che oggi incide sulla competitività delle imprese. In questo scenario, gli investimenti energetici nel Sud Italia rappresentano un’opportunità per rafforzare la sicurezza energetica, diversificare le fonti e consolidare il ruolo strategico dell’area nel Mediterraneo allargato.







