Sassari è al centro di una trasformazione digitale destinata a rivoluzionare la gestione delle infrastrutture italiane. Nel corso del convegno “Patrimonio infrastrutturale viario: manutenzione predittiva e gestione intelligente della sicurezza”, tenutosi il 13 giugno 2025, è stato presentato il progetto pilota di I-am (Altea Federation) per la Provincia di Sassari, con la partecipazione della presidente della Regione, Alessandra Todde. L’iniziativa si prefigge di rispondere alla crescente necessità di un monitoraggio intelligente e proattivo delle infrastrutture.
Il CEO di I-am, Domenico Andreis, ha condiviso la sua visione, riferendosi al tragico crollo del Ponte Morandi, sottolineando l’importanza di prevenire disastri simili. “Un ponte non ha il diritto di crollare”, ha affermato Andreis. Per questo, ha spiegato, è stato sviluppato un sistema che combina tecnologie verticali con l’esperienza umana e ingegneristica per garantire la manutenzione predittiva delle infrastrutture.
Questo progetto in Sardegna ha già dimostrato di essere un laboratorio aperto, capace di attrarre competenze e risorse in grado di sostenere il futuro della gestione delle infrastrutture. “Sassari e Gallura sono le prime due province italiane a guardare oltre”, ha osservato Andreis, mettendo in evidenza l’importanza di una visione comune e digitale per il futuro delle infrastrutture.

Indice degli argomenti
Manutenzione predittiva: I-am in un progetto pilota con potenziale nazionale
La proposta di I-am va oltre la semplice manutenzione reattiva, mirando a una gestione predittiva che riduca al minimo il rischio di danni alle infrastrutture. Questo modello innovativo si basa su tecnologie avanzate e su un sistema integrato che consente di monitorare continuamente lo stato delle opere.
Questo progetto rappresenta una vera e propria svolta nella gestione delle opere civili, introducendo un approccio innovativo per garantire la sicurezza delle infrastrutture viarie in modo predittivo e digitale. Con l’uso di sensori IoT, digital twin e intelligenza artificiale, il sistema integrato consentirà di monitorare in tempo reale lo stato di salute di ponti, gallerie e strade, permettendo interventi tempestivi prima che si verifichino danni.
Intervista a Domenico Andreis, CEO di I-am
Techcompany: Può spiegare come si supera la logica della manutenzione reattiva con una gestione preventiva, proattiva e digitale delle infrastrutture, mediante piattaforma integrata – sensori IoT, digital twin, intelligenza artificiale e sistemi di analisi predittiva – in grado di monitorare in tempo reale lo stato di salute di ponti, viadotti, binari, gallerie, ecc.?
Andreis: La value proposition di I-AM è fondata sull’adozione di un approccio innovativo nella gestione delle infrastrutture italiane che consiste nella creazione di uno specchio digitale di opere complesse, concepite sin dall’inizio attraverso strumenti di progettazione digitale. Non si tratta più di progetti cartacei da archiviare una volta terminati i lavori, ma di modelli digitali completi di metadati fondamentali per l’intero ciclo di vita della struttura. Questi dati vengono inseriti già in fase progettuale dagli ingegneri o, in caso di strutture già esistenti, ricostruiti tramite rilievi e digitalizzazioni. È qui che entra in gioco il Building Information Modeling (BIM), il primo passo del processo di lavorazione. I-AM si distingue a livello internazionale per essere tra le poche realtà che sa integrare il BIM in una piattaforma di asset management: un sistema digitale in grado di raccogliere, aggiornare e gestire le informazioni lungo tutta la vita dell’opera. In questo modo, l’infrastruttura digitale diventa dinamica, continuamente aggiornata grazie all’interazione con sistemi IoT e sensoristica intelligente. Affinché questo sistema sia efficace, i dati devono essere precisi, coerenti e tecnicamente significativi. Solo così è possibile alimentare modelli predittivi affidabili. Nel tempo, l’analisi di questi dati consente di monitorare l’evoluzione di fenomeni specifici, tracciarne l’andamento e sviluppare algoritmi in grado di anticipare situazioni critiche. Si passa così da una manutenzione reattiva (che interviene a danno avvenuto) a una manutenzione su condizione (basata sul superamento di soglie predefinite), fino ad arrivare alla manutenzione predittiva, che permette di prevenire i problemi prima che si manifestino.Tutto questo avviene all’interno di un gemello digitale, uno spazio virtuale dove è possibile simulare scenari, valutarne gli impatti e pianificare interventi in sicurezza, riducendo tempi, rischi e costi rispetto alle operazioni sul campo. Si tratta di un cambiamento radicale, oggi più che mai necessario. Il crollo del ponte Morandi ha segnato un punto di svolta nella consapevolezza collettiva sul tema della sicurezza infrastrutturale in Italia. Con un’età media delle infrastrutture stradali ormai critica, è fondamentale intervenire con strumenti moderni, visione strategica e competenze adeguate. È questo il messaggio portato da I-AM a Sassari: non possiamo più permetterci di gestire le infrastrutture con logiche e strumenti del passato.
T.: Può parlarci dell’iniziativa del monitoraggio intelligente e predittivo delle infrastrutture in Sardegna?
A.: Il nostro concept è stato pensato soprattutto per le realtà locali poichè queste gestiscono il più alto numero di chilometri di strade: in Sardegna, ad esempio, le strade della Costa Smeralda, comprese tra una provincia e l’altra, misurano oltre 3000 km, cifra paragonabile a quelle di pertinenza di Autostrade per l’Italia. La nostra idea parte dall’analisi di un’opera che ha superato il livello di degrado tollerabile. Su quell’oggetto specifico si costruisce, nel tempo, un algoritmo che diventa predittivo non solo per quella singola infrastruttura, ma per un’intera classe di opere simili (per anno di costruzione, materiali, vicinanza al mare, ecc.). In questo modo, il modello può essere applicato anche a strutture che non hanno ancora raggiunto livelli critici di deterioramento, fornendo indicazioni preziose su quando e come intervenire in modo mirato, con l’obiettivo di prevenire piuttosto che riparare. Di fronte a migliaia di opere d’arte infrastrutturali diffuse sul territorio, l’unico modo per mettere a sistema le competenze ingegneristiche, l’intelligenza artificiale e l’intero ecosistema digitale di cui disponiamo è semplificare il quadro: ragionare per famiglie omogenee, individuare dinamiche che si ripetono, osservarle nel tempo e sviluppare funzioni matematiche che sappiano prevedere l’evoluzione dei fenomeni. Soltanto così è possibile decidere dove, quando e come intervenire in maniera efficace. Questo approccio diventa uno strumento fondamentale a supporto della sicurezza e della salvaguardia della vita umana sulle strade.
T. Qual è il ruolo di I-AM in questo progetto?
A.: I-AM ha il ruolo di supervisore, con l’incarico specifico di guidare, all’interno del progetto, l’implementazione digitale e ingegneristica. L’obiettivo è la mappatura del rischio infrastrutturale su scala territoriale, con particolare riferimento all’area della Città Metropolitana di Sassari e alla zona della provincia nord-orientale della Sardegna.
I-AM svolge un’attività di coordinamento e controllo sia nei confronti delle strutture tecniche locali sia verso i diversi vendor partner: fornitori di piattaforme tecnologiche, soluzioni IoT, sistemi di intelligenza artificiale e progettisti dell’intera architettura digitale. Il progetto, infatti, richiede una piattaforma di asset management solida e scalabile, in grado di gestire miliardi di dati provenienti dai sensori, dai rilievi, dai monitoraggi, fino alle attività di ispezione.
Un elemento chiave è rappresentato dal lavoro degli ispettori, incaricati del censimento e della verifica delle opere, dell’analisi dei materiali utilizzati e della valutazione del loro stato di conservazione. Tradizionalmente, queste attività venivano svolte manualmente, spesso attraverso l’analisi visiva e il ritaglio delle immagini, con un notevole dispendio di tempo e risorse. Oggi, grazie all’impiego di tecnologie avanzate come l’image detection, è possibile automatizzare gran parte di questo processo, creando database tecnici oggettivi, standardizzati e affidabili. Anche l’utilizzo dei droni rappresenta un importante passo avanti: dotati di telecamere ad alta definizione e supportati da algoritmi di intelligenza artificiale, questi dispositivi stanno iniziando ad apprendere e replicare, in modo sempre più autonomo, i processi di osservazione e valutazione che un ispettore esperto compie durante un sopralluogo.
T.: Fra le tecnologie adottate per la manutenzione predittiva spicca l’intelligenza artificiale: può spiegarci, in dettaglio come viene utilizzata?
L’intelligenza artificiale viene impiegata per scomporre le complessità e classificare le opere pubbliche in famiglie omogenee, sulla base delle caratteristiche strutturali e dei relativi livelli di rischio. Questo processo è sempre accompagnato da un solido supporto ingegneristico, che ne garantisce la coerenza tecnica. Una volta che le infrastrutture sono state classificate, i dati vengono costantemente aggiornati grazie ai sistemi IoT, alle ispezioni periodiche e all’analisi delle immagini. L’AI consente di monitorare l’evoluzione di questi dati nel tempo, elaborare analisi statistiche avanzate e sviluppare modelli matematici a fini predittivi. Quando sono disponibili anche le immagini, l’intelligenza artificiale permette di passare dall’immagine al rilevamento del difetto tecnico, automatizzando una fase che fino a poco tempo fa richiedeva l’analisi visiva delle fotografie e l’intervento manuale da parte degli operatori. Oggi, grazie a tecnologie di image detection, questa attività è diventata molto più rapida e oggettiva, rendendo possibile la creazione di database. Anche i droni stanno evolvendo: dotati di telecamere e software intelligenti, iniziano a svolgere in autonomia operazioni che fino a ieri erano riservate all’esperienza diretta degli ispettori durante i sopralluoghi. Questa integrazione tra ingegneria, intelligenza artificiale e sistemi autonomi rappresenta una trasformazione del metodo di lavoro verso una gestione delle infrastrutture sempre più orientata alla prevenzione.
Un futuro digitale per le infrastrutture italiane
Il progetto di I-am rappresenta un’opportunità unica per il futuro delle infrastrutture italiane. Con l’introduzione della manutenzione predittiva, le amministrazioni locali possono finalmente adottare un approccio sistemico e intelligente per garantire la sicurezza e la longevità delle opere civili. La Sardegna si posiziona così come una delle prime regioni in Italia a sperimentare questo modello innovativo, che potrebbe essere replicato su scala nazionale per affrontare le sfide infrastrutturali del Paese.
About I-am e Altea Federation
I-am è una società di Altea Federation specializzata nella gestione predittiva delle infrastrutture, utilizzando tecnologie avanzate come IoT, intelligenza artificiale e digital twin per migliorare la sicurezza e la manutenzione delle opere civili. Altea Federation, con oltre 30 anni di esperienza, è un leader nell’innovazione tecnologica in Italia, collaborando con i principali attori globali per offrire soluzioni di trasformazione digitale.