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Data center e futuro: la sfida energetica che accende l’Italia



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I data center sono i motori invisibili della rivoluzione digitale, ma la loro crescita impone sfide energetiche senza precedenti. In Italia, con la Lombardia epicentro di un’espansione record, Terna prepara la rete nazionale a reggere consumi paragonabili a quelli di città intere, puntando su rinnovabili, interconnessioni e digitalizzazione della rete

Pubblicato il 26 ago 2025



data center terna

Dal cloud alle piattaforme di streaming, dall’e-commerce all’intelligenza artificiale generativa: l’universo digitale che permea la vita quotidiana si regge su un’infrastruttura silenziosa ma cruciale. I data center, vere e proprie fabbriche di bit, ospitano server, archivi e applicazioni che richiedono quantità di energia paragonabili ai consumi di intere città.

Secondo l’International Energy Agency (IEA), nel 2022 i data center globali hanno assorbito 460 TWh di elettricità, pari a quasi il 2% della domanda mondiale. Entro il 2026 i consumi potrebbero crescere del 30-40%, sospinti dall’espansione dei cloud hyperscale e dall’adozione massiva di applicazioni di intelligenza artificiale.

Fonte: Terna

L’Italia verso il ruolo di hub digitale

In Europa il peso dei data center oscilla dallo 0,5% al 2,5% dei consumi elettrici nazionali, con concentrazioni a Francoforte, Amsterdam, Londra e Milano. Proprio l’Italia sta emergendo come nuovo polo strategico: la Lombardia si candida a diventare il cuore digitale del Paese e uno degli snodi più rilevanti del continente.

Secondo i dati Terna, al 30 giugno 2025 le richieste di connessione alla Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) da parte di operatori data center hanno superato le 300 iniziative, per un fabbisogno potenziale superiore ai 50 GW. Numeri che danno la misura della pressione energetica che il sistema italiano dovrà sostenere.

Fonte: Terna

Perché i data center sono così energivori

Un data center non è solo un capannone di server: è un ecosistema ad alta intensità energetica. Alimentazione continua, sistemi di raffreddamento, sicurezza e infrastrutture ridondanti richiedono elettricità 24 ore su 24, sette giorni su sette.

Il raffreddamento rappresenta la voce più critica. Alcuni impianti, secondo il Guardian, arrivano a consumare milioni di litri d’acqua all’anno per mantenere operative le sale server. L’obiettivo non è soltanto ricevere energia, ma riceverla in modo stabile e resiliente: un blackout, anche di pochi minuti, può generare danni economici enormi.


Terna, il custode della continuità elettrica

Garantire quella stabilità è la missione di Terna, il gestore della rete di trasmissione nazionale. Con 75.000 km di linee e 900 stazioni, l’azienda ha messo in campo un Piano di Sviluppo da 16,6 miliardi di euro, di cui 10,8 dedicati a nuovi progetti di rete e integrazione delle rinnovabili.

Gli interventi previsti spaziano dalla costruzione di nuove stazioni di connessione alla razionalizzazione della rete in aree strategiche come Torino, Genova, Milano e la Brianza.

Tra i progetti infrastrutturali più rilevanti figurano le dorsali in corrente continua Milano-Montalto e Adriatica, oltre a grandi interconnessioni come il SA.CO.I.3 e il Tyrrhenian Link. Queste soluzioni permettono di trasportare grandi quantità di energia a basse perdite, garantendo ai data center l’accesso a elettricità rinnovabile anche a centinaia di chilometri di distanza.

Fonte: Terna

La sfida ambientale: tra acqua ed elettricità

Se l’elettricità è il primo fronte critico, l’acqua rappresenta l’altro grande tema. Un solo data center può consumare fino a 5 milioni di litri d’acqua al giorno per il raffreddamento, equivalenti al fabbisogno di una città di 30.000 abitanti! Una questione che rischia di entrare in conflitto con le comunità locali, soprattutto nelle aree soggette a stress idrico.

In Italia la sfida è duplice: da un lato assicurare energia stabile e sostenibile ai data center, dall’altro garantire la continuità di approvvigionamento per famiglie e imprese.


Obiettivi al 2030: più rinnovabili e più storage

Terna ha fissato target ambiziosi: ridurre la dipendenza energetica dall’estero (dal 60% al 37%), raddoppiare la capacità installata di rinnovabili (da 50 GW nel 2024 a 107 GW nel 2030), e integrare 12,9 GWh di capacità di storage. Lo stoccaggio sarà cruciale per gestire l’intermittenza delle fonti verdi e garantire continuità di alimentazione.

Parallelamente, il gestore investirà nella digitalizzazione della rete: sistemi di Digital Twin, automazione avanzata e gestione in tempo reale dei flussi elettrici. Strumenti essenziali per affrontare la domanda ultra-reattiva dei data center hyperscale.


Data center e rete elettrica: un’alleanza inevitabile

Cloud, intelligenza artificiale, e-commerce, smart city e sanità digitale: la crescita dei data center non mostra segni di rallentamento. Ma la loro “fame” energetica pone sfide sistemiche che solo i TSO possono affrontare.

L’infrastruttura elettrica diventa così l’abilitatore silenzioso della vita digitale: ogni volta che apriamo un’app, chiediamo un’informazione a un assistente vocale o concludiamo una transazione online, dietro le quinte è la rete nazionale a rendere tutto possibile.


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