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Pierucci: il percorso da startup a Tech Company di B2Lab, grazie alla “scommessa” su Blockchain e AI

Giuliano Pierucci, fondatore e guida dell’azienda ci racconta la scelta di focalizzare l’azienda sulle tecnologie DLT e gli sviluppi nell’ambito dell’Intelligenza artificiale, nel segno dei servizi a valore aggiunto, integrazione e formazione

Pubblicato il 29 Lug 2020

Mauro Bellini

Giuliano Pierucci, fondatore e CEO B2Lab

Sviluppo, system integration e competenze sono alla base di un percorso di sviluppo che nasce nel segno dell’attenzione verso le DLT e la blockchain e che prosegue con l’impegno nell’Intelligenza Artificiale. B2Lab è una realtà che si presenta prima di tutto come centro di competenza e di sviluppo di soluzioni basate appunto su Blockchain, sulla crittografia e su soluzioni di Intelligenza Artificiale. E’ una realtà che recentemente ha rilasciato Sanistory un servizio in cui mette le proprietà della blockchain anche al servizio dei processi di sanificazione degli ambienti ed è in generale impegnata nello sviluppo e nella implementazione di soluzioni innovative come la Blockchain As A Service, come GoToChain per la conservazione documentale, come Certy per la certificazione e la verifica della proprietà e della gestione dei contenuti digitali originali. Con Giuliano Pierucci, fondatore e CEO di B2Lab abbiamo voluto affrontare il percorso da Tech Company di una impresa nata con la vocazione e la focalizzazione verso i registri distribuiti e verso la blockchain.

Partiamo dall’idea iniziale: quando nasce B2Lab e con quali obiettivi?

Il Progetto B2Lab nasce nel luglio del 2015 quando insieme ai miei collaboratori completammo l’analisi di quelle che, all’epoca, erano considerate le tecnologie emergenti nello scenario digitale. Volevamo individuare nuovi terreni di sviluppo ed eravamo alla ricerca di un “terreno” sul quale sviluppare una nuova iniziativa imprenditoriale. Eravamo convinti sin da subito delle potenzialità della blockchain e abbiamo completato la nostra analisi con una ricerca sulle tecnologie e sulle potenzialità di mercato, sui punti di forza e di debolezza di queste tecnologie.  Mi piace parlare di queste tecnologie utilizzando il plurale perché dietro alla blockchain c’è tutto un mondo di protocolli e di logiche vasto e variegato e soprattutto in continua e profonda evoluzione. Al completamento di queste analisi mi convinsi che i plus funzionali che le tecnologie blockchain potevano mettere in campo sarebbero stati alla base di tanti processi di innovazione in tante filiere industriali.

Fu una scelta fortemente orientata da una precisa visione tecnologica dunque?

La tecnologia era ed è evidentemente molto importante, ma per formazione ed esperienza guardavo alla dimensione dei processi e intuii subito che le blockchain potevano portare un nuovo valore aggiunto in termini di sicurezza, di semplicità e affidabilità nelle transazioni, ma anche di gestione dei dati e di gestione documentale soprattutto a livello di processi. E possiamo pensare solo come esempio al ruolo degli Smart Contract.

Si avverte in questo racconto la visione e la percezione della Blockchain come di un paradigma strettamente connesso con il tema della fiducia

Si, abbiamo subito abbracciato l’immagine della blockchain come di una Fabbrica della Fiducia. E partendo da questa visione abbiamo dato vita a un laboratorio denominato “Blockchain 2Advise Lab” e abbiamo creato il marchio B2Lab. Il laboratorio fu poi incubato all’interno della società operativa 2Advise, con la quale ero attivo sul mercato dell’innovazione digitale da 10 anni.

E arriviamo alla scelta della missione della società?

Si, va detto che la mission di B2Lab è stata da subito molto chiara: proporsi come un centro di competenza sulle tecnologie Blockchain, con skill anche molto operativi sui principali protocolli: Ethereum, Bitcoin, Hyperledger, EOS e poi Cardano, Algorand, solo per citare i principali. Partendo dalle nostre competenze abbiamo saputo sviluppare i nostri prodotti: piattaforme in house basate su Smart Contract, percorsi di formazione, con B2Lab Academy e servizi consulenziali.

Perché avete scelto una focalizzazione così forte su un tema comunque di frontiera come la Blockcahin?

Perché le blockchain possono portare dei vantaggi molto importanti in tanti i settori industriali e c’è la possibilità di individuare e di cogliere dei vantaggi competitivi. Quando i vantaggi possono essere così diffusi su tutta la catena del valore, come nel caso dei progetti blockchain, ci sono spazi per poter affermare una forte identità e una forte competenza. Per questo abbiamo scelto di puntare sulla focalizzazione e di fare “poche cose”, ma con l’obiettivo di farle molto bene e di essere riconosciuti per queste competenze. Questo atteggiamento ha caratterizzato la prima fase di B2Lab, ora stiamo ampliando le nostre attività sul tema della Intelligenza Artificiale.

Proviamo a ripercorrere le tappe principali del vostro percorso?

Il vero filo conduttore di tutto il nostro percorso è nel segno della “Capacità di Fare” ovvero di unire competenze con sviluppo concreto di progetti con i clienti. Negli anni siamo diventati una realtà in grado di sviluppare piattaforme intermedie tra le tecnologie blockchain e le piattaforme legacy già in uso nelle realtà operative. Siamo partiti subito con lo sviluppo di Bloki, una piattaforma che permette di gestire progetti di Decentralized Identity, di Asset (Digital Twin di beni, titoli, processi), di problematiche legate alla gestione della proprietà degli Asset, di certificazione dei contenuti digitali in originale. Lo Sviluppo di Bloki è iniziato nel 2016 e la sua prima uscita è arrivata al World Blockchain Expo in London Olympia: era il Gennaio del 2017 e l’evoluzione della piattaforma è proseguita in questi anni migliorando sotto il livello della sicurezza, della stabilità e con l’aggiunta di nuove funzionalità.

Un altro passaggio importante è stato poi quello dell’entrata, primi in Italia, nell’Enterprise Ethereum Alliance (EEA) e successivamente nell’European Blockchain Observatory and Forum. Nel frattempo, tutta la capacità progettuale sviluppata all’interno dell’incubatore 2Advise è stata migrata in B2Lab.

Le altre tappe dell’azienda sono rappresentate dai rilasci di soluzioni che caratterizzano il nostro portfolio di offerta: da Bloki, appunto, la piattaforma general purpose con un ampio spettro di ambiti di utilizzo, allo sviluppo di nuovi servizi come GoToChain, la cassetta di sicurezza digitale per conservare i contenuti digitali privati; da BlokiReader, per accedere alla storia scritta sulla Blockchain del Made In Italy, di beni lusso, del food ecc; al più recente Sanistory, un servizio attivato durante il periodo più critico dell’emergenza COVID per tracciare in modo organizzato e utile gli interventi e le sanificazioni e rendere disponibile questo tracciamento a chi frequenta quegli ambienti (dipendenti o clienti); e infine Certy, la soluzione che rende disponibile sul mercato la possibilità di certificare i contenuti digitali in originale con associazione alla gestione della proprietà degli stessi

Come valutate oggi la vostra scelta di posizionamento sulla blockchain alla luce degli sviluppi che caratterizzano questo mercato?

Crediamo che il timing sia stato e sia tuttora molto importante. Oggi vediamo che il paradigma della decentralizzazione e delle logiche di tracciabilità che questa abilita trovano riscontro in tanti ambiti, dal fintech all’agritech, dai processi industriali alla logistica, dalle supply chain alla certificazione, dalla gestione documentale al luxury. Lo avevamo previsto ed era per noi importante muoverci per primi a livello nazionale: volevamo caratterizzarci anche come un first mover.

Quando e per quali ragioni avete scelto di lavorare su soluzioni di intelligenza Artificiale?

Abbiamo cominciato a lavorare sull’AI quando abbiamo compreso da una parte l’importanza e il ruolo fondamentale che deve avere la correttezza del dato nei modelli di apprendimento dell’AI e per la convinzione che la blockchain può rappresentare uno strumento fondamentale, se ben utilizzato, anche per questa finalità. Siamo convinti che una delle preoccupazioni maggiori oggi nello sviluppo di progetti di Intelligenza Artificiale riguarda proprio l’affidabilità dei dati e delle informazioni che sono usati nel modello di apprendimento per giungere a determinate decisioni e/o compiere azioni specifiche. L’intelligenza artificiale dipende dagli algoritmi creati, ma anche dai dati che si utilizzano nel modello di apprendimento. Per ottenere i migliori risultati, non solo abbiamo bisogno di una mole elevatissima di dati, ma anche di maggiori garanzie a livello di validazione.

Con una programmazione appropriata delle blockchain tramite smart contract potrebbe essere possibile “osservare” e tracciare tutti i passaggi. In altre parole, la blockchain può supportare lo sviluppo di un rapporto di maggiore fiducia sulle operazioni e sulle conclusioni dei programmi di intelligenza artificiale.

Vediamo la tipologia dei vostri clienti e la vostra strategia commerciale

I nostri clienti e i nostri prospect sono rappresentati da aziende e da professionisti. Le aziende a cui guardiamo sono quelle che intendono innovare i loro processi e sviluppare nuovi servizi; sono aziende che operano nei settori più diversi: nella moda, nel food, nel mondo del commercio e dei servizi. Sono aziende con una chiara spinta verso l’innovazione e sono realtà che hanno compreso che dall’integrazione della blockchain nei processi e nelle piattaforme legacy possono trarre grandi vantaggi sui ricavi, sulla qualità dei loro prodotti e servizi, sul rispetto dell’ambiente e sul piano della sostenibilità. E, non ultimo, sulle loro politiche di marketing e commerciali. Ma i nostri clienti sono anche negli ambiti professionali, in particolare sono le realtà che hanno ben chiaro quanto la blockchain impatterà sulle loro professioni e sui core business dei loro clienti, ad esempio con gli Smart Contract e con la certificazione di dati e processi.

Che ruolo ritenete debba avere una Tech Company in ambiti come AI e Blockchain? Quali sono i fattori chiave che definiscono il valore aggiunto in questi ambiti: integrazione? advisory? formazione?

Il tema dell’integrazione è un fattore determinante e nell’integrazione collochiamo anche la capacità di assessment, di valutazione e indirizzo delle scelte di innovazione, di aiuto alle imprese nello sviluppo delle competenze interne necessarie a sostenere i progetti e di advisory nella valutazione delle modalità con cui questi progetti possono esprimere al meglio il loro valore, nello specifico contesto di ciascuna azienda.  Con Bloki, ad esempio, svolgiamo un ruolo di “integrazione” tra le piattaforme esistenti nell’azienda e la tecnologia Ethereum. Ma l’education è anche un grande fattore abilitante per lo sviluppo progettuale: l’impiego in settori “industriali” delle tecnologie Blockchain richiede competenze e queste devono essere sviluppate a tutti i livelli: nei manager, nei professionisti, nei programmatori, nei giovani che guardano al digitale come a uno spazio ricco di opportunità. Con l’Academy di B2Lab abbiamo affrontato il tema della formazione, dai corsi di base a quelli più complessi come la programmazione degli Smart Contract. Voglio poi ricordare l’attività avviata con l’Istituto Tecnico Superiore di Fermo per fare usare la Blockchain agli studenti nel settore del food e della moda nell’ambito del progetto ITS 4.0 2020.

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