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Aruba chiama i giovani a reinventare il data center sostenibile



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L’azienda coinvolge studenti e neolaureati nella sfida “Tech the City”, chiedendo di ripensare il data center da “scatola chiusa” a infrastruttura civica, trasparente e sostenibile. Nascono progetti che trasformano i data center in spazi urbani vivi, energeticamente circolari e capaci di restituire valore alla comunità

Pubblicato il 20 nov 2025



Aruba Tech City

Streaming, smart working, pagamenti contactless: tutto si regge su un’infrastruttura tanto essenziale quanto nascosta, il data center. Un luogo percepito come remoto, nonostante sia molto più vicino alla quotidianità. Con la B.Future Challenge di BOOM Knowledge Hub, Aruba ha deciso di mettere in discussione questa immagine, lanciando la sfida “Tech the City: progetta un Data Center al servizio della comunità”.

La challenge che unisce talento e visione

Il percorso intensivo di quattro settimane ha coinvolto studenti e neolaureati provenienti da discipline diverse, dall’ingegneria al design urbano. L’obiettivo: immaginare un data center “sostenibile, civico e trasparente”, integrato nel tessuto urbano e capace di generare valore per la collettività. Guidati dai mentor di Aruba, i partecipanti hanno esplorato resilienza, sicurezza, riuso energetico e impatto ambientale.

Dai concept alle soluzioni: nasce un data center vivo

Dalla sfida sono emersi progetti visionari e concreti come l’EcoData Hub e il B.R.I.D.G.E. Hub. Qui il data center non è più una “scatola chiusa”, ma un’infrastruttura che dialoga fisicamente e simbolicamente con la città. I team hanno immaginato architetture trasparenti, spazi verdi, percorsi pedonali, vetrate e “piazze digitali” dove tecnologia e comunità si incontrano.

L’energia nascosta diventa risorsa

Il cuore dei progetti è la circolarità energetica. Nell’EcoData Hub ogni infrastruttura produce circa 1 MW di calore di scarto: energia che oggi si disperde, ma che può riscaldare aule studio, laboratori e palestre sostenibili, coprendo fabbisogni fino a 40–50 kW. Non solo: il calore può alimentare una serra urbana in grado di produrre “circa 548 porzioni di ortaggi al giorno”.

Una palestra che genera energia

Alla dimensione tecnica si affianca quella esperienziale: la palestra EcoData Fit trasforma l’energia cinetica degli allenamenti in elettricità, con picchi fino a “4,5 kW”, reimmessa nella rete. Un simbolo di come tecnologia e benessere possano alimentarsi a vicenda.

Architetture trasparenti e dati aperti

Il progetto B.R.I.D.G.E. Hub punta sulla trasparenza. I data center diventano edifici riconoscibili, dotati di dashboard pubbliche e installazioni interattive che mostrano in tempo reale consumi, recupero energetico e “CO₂ risparmiata”. Una scelta che rende l’infrastruttura non solo visibile, ma comprensibile ai cittadini.

Formare i professionisti del futuro

Il B.R.I.D.G.E. Hub propone anche una Data Center Academy per formare figure green-tech come Data Center Technician ed Energy Manager, contribuendo a colmare il divario di competenze che rallenta la crescita del settore ICT.

Una nuova architettura per la smart city

Le proposte dei team rafforzano la visione di Aruba: un’infrastruttura digitale “rigenerativa, trasparente e integrata nella città”. Il data center non è più un “bunker tecnologico”, ma un cuore pulsante che restituisce energia, conoscenza e servizi. Un ponte tra sostenibilità, innovazione e crescita sociale.

Un ponte tra idee e lavoro

La challenge ha rappresentato anche un punto d’incontro tra giovani e aziende: momenti di colloqui, assessment e confronto hanno creato opportunità per talenti “motivati, curiosi e sensibili” ai temi della trasformazione digitale. Un ecosistema che accelera l’incontro tra competenze emergenti e bisogni reali del mercato.

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